Cosa insegno io ai miei corsi di scrittura (ieri a Santhià, in provincia di Vercelli, la prima lezione di un corso che durerà cinque incontri; c’erano 15 partecipanti).
1) Cose imparate seguendo il vecchio blog di Giulio Mozzi, che ora non è più iun rete. Mozzi e altri docenti (come Massimo Cassani che ho conosciuto anni fa e che ho letto, o come Giorgia Tribuiani che ho recensito sul blog che ho sul Fatto) hanno un’interessante scuola di scrittura: BOTTEGA DI NARRAZIONE.
2) Cose imparate nei pochi (per la verità) incontri che ho avuto con Luigi Bernardi, che con Perdisa Pop mi pubblicò (e ne curò l’editing) uno dei libri a cui tengo di più, Bastardo posto (vedi video, sotto). Mi ha dato indicazioni su come si fa un editing e raccontato il malfunzionamento della grande editoria nel recepire i manoscritti.
A proposito di editing: i miei libri non hanno mai subito editing pesanti. Gli interventi e le modifiche sono nel novanta e più per cento farina del mio sacco. Ma c’è stata un’eccezione: La notte del santo, primo libro che ho pubblicato con Fanucci. Ci furono interventi (erano suggerimenti) di una editor a mio avviso molto brava, si chiama Rita Feleppa. Interventi che accettai e che ho conservato e che mi sono serviti per i libri successivi (La donna di picche, uscito sempre per Fanucci, e gli ultimi, per Golem).
Insomma, c’è sempre da imparare.
3) Ma il contro di tutto sono le puntate radiofoniche di Giuseppe Pontiggia, della trasmissione DENTRO LA SERA (recuperabili su Youtube). Puntate-lezioni scoltate e riascoltate. Preso appunti. Ogni tanto o lo riascolto o rileggo gli appunti. Ogni tanto ascolto altre lezioni di altri docenti che si trovano in rete, ma Pontiggia resta al centro di tutto. A Pontiggia aggiungo alcune dritte lette sul libro (un gioiello, per me) di Flannery O’Connor, Nel territorio del diavolo, Minimum Fax.
4) Quello che ho imparato io, scrivendo, dal 2002 (quando uscì il mio primo libro) agli anni 2008-2009 (quando ho collaborato gratuitamente con un editore) a oggi. Ho scritto: Quello che ho imparato io, scrivendo, aggiungo Ma non solo. Alcune lezioni e tanti libri dei miei anni universitari – di psicologia e di teatro – hanno lasciato il segno. Quando feci il primo corso negli anno novanta al carcere di Vercelli erano (insieme alle mie letture e insieme a Lettere a una professoressa di don Milani) tutto quello che avevo. Alcuni detenuti che non avevano studiato e avevano perso la dimestichezza con la scrittura, mi raccontarono pagine della loro vita, che scrivemmo poi insieme. Insegnai, ma imparai, anche.
(Infine. Nei miei corsi parlo anche di giornalismo. Punti in comune con la scrittura di romanzi o racconti, differenze spesso abissali.)
Continua: domani racconto un paio di cose