Parto dalla foto sotto.
Descrizione, partendo dal basso: si vede, è di qualche minuto fa, un pezzo di disordine della mia scrivania, poi ci sono delle poltrone, dove incontro la gente che viene qui, al giornale, o dove si siedono i miei giornalisti quando ci sono le riunioni di redazione, poi, appena sopra le poltrone (lo so, la foto fa abbastanza schifo) c’è la vetrata che separa il mio ufficio dal resto della redazione, una prima stanza e, guardano a destra, una seconda, più ampia, con le scrivanie dei miei colleghi.
Immaginate, guardando la foto, un via vai continuo e un continuo squillar di telefoni.
(La vetrata è altamente tecnologica: c’è, dentro, tra due vetri cioè, una sottile veneziana che, volendo, può siolarmi dagli altri; mai usata).
Ho scattato con un iPhone che mi è stato regalato, e che devo ancora imparare a usare.
Ho scattato la foto, circa pressappoco suppergiù alla stessa ora in cui, ieri, aspettavo il treno (foto sopra) in una città lontana da me, due ore di treno per andare due per tornare.
I miei piedi, la pavimentazione di quella stazione, il vociare delle stazioni, il treno, l’altoparlante, la ragazza disperata che chiede a tutti se è già partito il tal treno, la zingare che non sembra una zingara, è giovane e benvestita, ha un bimbo nel passeggino, che mi chiede 50 centesimi così, dice, compro i pannoloni a mio figlio, un’altra città, insomma, ieri, dove nessuno mi conosce(va).
Prima ero stato in un grande ospedale, dove ero andato per un incontro importante, queindi, dopo l’incontro, ho passato un’ora, a camminare, poi un’altra ora in un bar, dove c’ero solo io e la proprietaria. Un caffè doppio, una Fiesta (non avevo mangiato) e il notebook (usare l’Iphone per collegarsi in rete non è la fine del mondo), che avevo nello zaino. E dalla radio del bar vecchie canzoni. Poi la stazione. La foto ai miei piedi, mentre sono (ero) appoggiato a una panchina, area fumatori.
Ieri, sopra, e oggi, sotto, insomma.
Manca quel che resta del giorno.
Due appuntamenti di lavoro, stasera. Una a cena, uno verso le 23.
Dopo, finalmente, un po’ di rete un po’ di lettura. Domani, di sicuro, niente treno.