il pisciator cortese

La libreria era piena di gente, forse perché pioveva, poi era sabato e cominciava a far freddo.
Ebbe comunque stile, lui (come riportarono i giornali).
Aspettò di non aver nessuno a destra e nessuno a sinistra, aspettò anche, raccontò qualche testimone, che una ragazzina di undici anni uscisse.
Poi, con garbo, coprendo la sua vergogna con le mani protese quasi stesse pregando, pisciò: sui libri accatastati di una certe e precisa casa editrice.
La gente urlò, intervenne la forza pubblica, fu denunciato, il giornale locale che scrisse dell’accaduto ricevette una minaccia di querela dalla libreria e una dalla casa editrice.
Proprio non avete notizie, “giornalai”, disse il titolare della libreria. Avete leso il buon nome dei miei clienti, scrisse invece il legale della casa editrice annaffiata.
Fu denunciato, certo, ma l’attesa del processo gli diede modo di ripetersi, sempre con lo stesso garbo (nessun minore, mani giunte a mo’ di preghiera) in librerie e negli appositi spazi, con tanto di sconto, di supermercati e autogrill. Sempre una pisciata lunga, soddisfacente, per nulla intimorita dalle urla dei clienti, sempre una – scusate se mi ripeto – pisciata di garbo, sempre la stessa casa editrice.
Fece incetta di denunce, però una libraia si innamorò di lui e un paio di case editrici lo contattarono (dopo aver letto – solite minchiate di giornalisti contaballe – che si trattava di uno scrittore che non era stato pubblicato).
Mandò – elegantemente – a stendere i due editori, chiaro di sinistra, e alla libraia confessò, dispiaciuto e con il solito garbo, di essere gay e pure impotente, nonostante avesse un aspetto bello e mascolino (un giornale scrisse che somigliava a un certo attore, scrisse – per evitare noie – proprio così; certo attore), quella però non si diede per vinta e riuscì, non si sa come, a sposarlo lo stesso.
Fu una bella cerimonia, con paparazzi e inviati speciali, ché, lui, ormai, era diventato un caso nazionale.
S’eran formati, come ai tempi dello smemorato di Collegno, due partiti.
Quelli che sostenevano che fosse il piscione vendicatore di altri gruppi editoriali, quelli che invece, subdoli, e fatturato alla mano, sostenevano che il mandante fosse la stessa casa editrice oggetto della minzione.
Comunque. Non si sa, ora, più nulla né di lui né della consorte.
Pum spariti.
Dicon – ma non è certo – che lui sia stato colto da paresi leggendo su un blog, Gli e-book distruggeranno la carta.

Pare che la paresi, anche se non sembra vero, gli sia venuta proprio lì, insomma.