Dopo cena, la notte in ospedale arriva presto. Anche quella sera, puntuale, arrivò presto.
Gli venne sete. Guardò. Cavolo, aveva finito l’acqua, quella del rubinetto non gli piaceva, di alzarsi per prendere una bottiglietta a una macchinetta nemmeno a parlarne: la testa continuava a girare, gli sembrava di avere una trattola, dentro.
Col suo vicino di stanza aveva solo scambiato saluti. Meglio. Quando sentiva voci e rumori la trattola girava ancora più forte.
Però aveva sete. Eppure aveva aveva solo assaggiato un po’ di riso scotto, mica acciughe.
Con gli occhi chiusi, ma lo fece d’istinto, senza pensare, disse: Avrebbe per caso un po’ d’acqua?
Dal vicino nessuna risposta, però vide la sua ombra: nonostante la trottola, vide che gli stava porgendo un bicchiere d’acqua, anzi no: mezzo bicchiere d’acqua.
Meglio che niente, pensò, trangugiando. Aveva ancora sete, ma si addormentò sognando il tè del mattino. Sì fanno di questi sogni all’ospedale?, si domandò.
Alle due e qualche minuto si svegliò. Il vicino russava troppo forte, russava col fischio accidenti a lui, però la trottola – evviva – sembrava essersi fermata. Provò ad alzarsi: secondo evviva, la testa non girava più.
Guardò il vicino, doveva essere anche sugli ottanta. Ma quanto russava. Col fischio, per di più. Erano secoli che non sentiva un russare col fischio. Forse suo nonno, una settantina d’anni fa? Praticamente ieri… Il tempo sembra ieri, il tempo…
Aveva ancora sete, pensò quindi che poteva rubare un altro mezzo bicchiere al vicino “russante”, il giorno dopo si sarebbe scusato e gli avrebbe regalato una o due o tre bottiglie.
Ma quando allungò la mano si ritrovò una bottiglia vuota.
«Avevi un po’ d’acqua e l’hai data tutta a me?» sussurrò.
Sorrise all’uomo, uno sconosciuto che russava forte.
Non sapeva nulla di lui.
Aveva la barba lunga, sul comodino solo un paio di occhiali e una bottiglia vuota.
Un comodino senz’anima, senza un libro, una caramella, un fiore, un orologio, una busta.
Lui aveva ricevuto visite, il vicino no.
Nella penombra, continuò a guardare il vicino e la bottiglia vuota.
Il vicino.
Non sapeva se in passato l’avesse odiato, perché in passato, lui, aveva odiato e urlato contro tanta gente, l’elenco era lungo… aveva odiato non sapendo che a volte si possa avere sete. Tanta sete.