zingari, qualcosa da leggere

«I rom fanno paura perché fa paura la povertà che rappresentano, la povertà dalla quale muovono, vivono nelle buche, nelle case di fango, tra i topi. La verità è che la politica strumentalizza la questione, a destra e a sinistra. C’è stato uno studio del Censis nel quale era chiaro come il tema della sicurezza non figurasse nelle questioni che hanno spostato il voto verso Berlusconi, in Italia i nuovi poveri hanno il problema di arrivare a fine mese, non quello della sicurezza. Ma sono sempre loro a essere le vittime del consenso a buon mercato che, complici i media, cavalca le emergenze o le crea. Siamo di fronte alla depressione economica più drammatica da 50 anni a questa parte, e la politica usa i suoi metodi per spostare l’attenzione dai problemi veri. I rom sono adattissimi allo scopo, perché nessuno li difende».
Queste sono parole di Giovanni Giovannetti. (un’intervista al Tirreno).
Condivido al cento per cento.
Non è la paura che ha fatto vincere il centrodestra; il centrodestra ha vinto perché – come ha ricnosciuto l’ex ministro Paolo Ferrero – il governo Prodi ha risanato il deficit ma si è dimenticato dei pensionati, dei disoccupati, delle fasce deboli.
Ma restiamo alla questione zingari.

Questa è la storia di una fabbrica del cancro che si fonde a quella dei rom.
Il luogo è lo stesso, i colpevoli no.
Già chi è il colpevole?
Io credo che la sinistra italiana non è meno colpevole del centro
destra o della Lega.
Leggete questo articolo tratto da Primoamore.
L’ha scritto lui Giovanni Giovannetti, che ho conosciuto recentemente al
salone del libro.
Ma è come se lo conoscessi da anni; so (grazie ad una comune
amica) della battaglia che ha condotto a Pavia al fianco dei Rom.
So, insomma, della sua onestà intellettuale.
Comunque: questo è qualcosa a leggere e su cui riflettere.
Ma non solo solo parole (che a volte leggo) di qualche intellettuale.
Sono le parole di una persona che il problema rom l’ha visto da
vicino, e si è sentito in dovere di denunciare, lottare, indignarsi.
Non solo. Giovannetti ha ospitato dei rom a casa sua, ed altri hanno seguito il suo esempio.
Questo è l’articolo di Giovanni Giovannetti.
Grazie.
Questo il testo che vi segnalo.
Poi Giovannetti, lo ricordo, è quello che con Moresco ha fatto un viaggio e, da questo viaggio, in Romania, è nato un libro.
Zingari di merda.
(Grazie t.)

20 pensieri su “zingari, qualcosa da leggere

  1. assu, ma è giusto perché non dovrebbe avere un futuro da zingaro se lo desidera? Io non capisco proprio questo appiattimento!Perché mai dovremmo essere tutti uguali, fatti con lo stampino? Chi è diverso ha diritto a esserlo, il mio non è buonismo, è rispetto. Avrà diritti e doveri da zingaro, se lo desidera e se desidera uniformarsi invece che abbia possibilità di farlo.Tutto qui. Sono una minoranza, certo, ma perché mai dovrebbero rinunciare forzatamente a quel che rimane del loro patrimonio culturale? In base a quale perversa legge? Quella delle tasse? quella della maggioranza? quella che ci vuole fessi cloni degli statunitensi? Quale? Come si fa a pensare d’aver ragione? io non ci riesco, affogo nel dubbio. Sacrosanto, aggiungo.

  2. No no, Cinzia. Non solo l’avrei detto anche a una mamma italiana. L’ho fatto e lo faccio.
    Il problema sta nell’interpretazione. Il problema sta nel razzismo all’incontrario che si racchiude nella forma di buonismo verso il diverso e lo priva della sua individualità e dignità di persona. Il problema sta nel fatto che vi sia ancora chi pensa che informare un bambino che ha diritti rivendicabili possa costituire un’offesa all’adulto genitore. Il problema sta nel fatto che si distingue (ancora!) fra bambino italiano e bambino zingaro. E se un bambino è italiano o zingaro, non avrà un futuro di persona, ma un futuro da adulto italiano o da zingaro.

  3. e poi, e voglio dirlo, sarò anche buonista (come si usa dire oggi. Bleah) ma forse in questo momento è meglio così, è meglio essere buonisti, cristiani, pietosi, teneri, mosci, disarmati davanti alla sofferenza. Perché questo è un brutto momento, secondo me, e c’è bisogno di calmare gli animi. Perché spesso i mostri siamo noi che vogliamo redimere e perché in tivù notizie come questa non le dànno:Due giorni fa una ragazza di 16 anni, Neli, è stata pestata a sangue, calci e pugni da un italiano davanti a un locale di Rimini, sulla passeggiata: Nessuno si è mosso, nessuno l’ha aiutata, è al sesto mese di gravidanza. Racconta Roberto Malini: Neli è stata aggredita venerdì 6 giugno, a Rimini, nei pressi di un bar sul lungomare, da un italiano. Chiedeva l’elemosina ai turisti seduti ai tavoli, quando un uomo sui quarant’anni si è alzato, le ha rivolto insulti razzisti e l’ha colpita sulla schiena con poderosi calci. Nessuno dei turisti né dei passanti ha protestato e l’aggressore è tornato a sedersi al tavolino come se niente fosse.

  4. be’ la cosa che mi fa soffrire molto di tutto ciò è che in qualche modo il popolo, anche io, ovvio, sia stato in qualche modo chiamato a giudicare un altro popolo, nel bene o nel male, senza conoscerlo. Ciò che mi fa male è che di nuovo, ma ancora? e che palle!, chi è diverso (colore sesso mestiere) abbia bisogno d’essere difeso, interpretato dal comune cittadino quando ci sono leggi e gente pagata per rispettarle che dovrebbero risolvere il problema a monte e nel modo corretto. Assu: se avessi detto le stesse cose a una mamma italiana avrebbe potuto denunciarti, non puoi sminuire il valore di un genitore, fosse anche un assassino, davanti al proprio figlio. Sì, penso che sia sbagliato questo pensare di fare la cosa giusta oltre il sacro diritto parentale. Anche io ti avrei dato uno schiaffo nella stessa situazione, la differenza è che con una mamma italiana non ti sarebbe mai venuto in mente di consigliare il ‘meglio’ sminuendola e di casi ce ne sarebbero, lo dico da insegnante. Non si può entrare in questi meccanismi delicati come una ruspa né avrebbe senso far pensare a un figlio che sua madre o suo padre non lo amano.Inoltre, e mi riallaccio con l’inizio del discorso, non tocca a noi educarli. Io non sto bene quando faccio l’elemosina, non dormo bene e aggiungo che mi dà anche egoisticamente fastidio spendere i miei soldi così; però mi chiedo se non ci fossero i fessi come me ‘sta gente che mangerebbe a cena? Che si fa s’aspetta che muoiano di fame così capiscono che l’elemosina non è la strada giusta? E qual è la strada giusta? aspettare il governo? E quando il governo si muove finalmente, come a Mestre, che fa lo stronzo italiano che ha cianciato d’integrazione fino al giorno prima? s’incatena ché la casetta spetta a lui (come se i fondi fossero gli stessi, come se levarla ai rom gli facesse guadagnare qualcosa!). E il governo? che quei soldi li aveva stanziati, secondo una legge, un diritto, invece di farsi rispettare torna indietro! Capito? perché 4 vecchi leghisti s’incatenano! Ciance su ciance. Quanto vorrei che quest’argomento non ci fosse più proposto, quanto vorrei un vero governo con le palle che sistema le cose storte e dà a ognuno quel che gli serve per vivere dignitosamente. A ciascuno, senza esclusioni.A ciascuno il dovuto. Ma il mondo gira altrimenti e così nessuno s’incatena per un giocatore di pallone che guadagna in un giorno lo stipendio di 2 anni d’un operaio (dico per dire, immagino sia anche di più). Nessuno s’incatena perché Bossi, anti-costituzionale, viene mantenuto a peso d’oro con figlio e fratello, nessuno s’incatena perché i mafiosi e i camorristi colonizzano i posti di potere. No. Noi c’incateniamo per la casetta dei rom. Noi c’incateniamo contro i diversi, noi gridiamo: picchia picchia al poliziotto che trascina il trans per i capelli e poi andiamo in chiesa a batterci il petto e che i preti siano pedofili… che vuoi che sia? ha fatto forse scandalo? qualcuno ha spernacchiato il papa? si è incatenato qualcuno per i milioni spesi dalla chiesa per difendere i preti americani? Lilli chiede se siamo in grado di realizzare i sogni che vendiamo. Quali sogni? siamo ancora in grado di sognare? Io ho solo nausea, a dire il vero.

  5. In questi giorni, leggo dovunque di questo argomento. Mi accorgo, come dice Assunta, che affrontamo l’argomento con il cuore e le tasche del privato. Non mi stupisco. Solo il fatto che nei blog non si parli d’altro significa per me la peggiore delle tragedie: che il mio paese e l’occidente non sono in grado di affrontare il problema dell’ondata migratoria – della fame, della povertà – con un preciso progetto politico e sociale. Fateci caso: sempre si lascia agli umori e alle emozioni del popolo, fomentandolo con l’opinionismo più gretto, tutto ciò per il quale non si sa che c… fare.
    “Vogliamo i documenti, vogliamo essere italiani”, gridavano dei ragazzi rom in Tv, alla manifestazione. Ci rendiamo conto che il modello che tanto abbiamo propagandato ha vinto? Che non ha più senso parlare di cultura rom, che non faranno più le pentole di rame o i suonatori di fisarmonica? Che i loro sogni sono altri? E noi, questo paese, è in grado di realizzarli, questi sogni che gli ha venduto?

  6. Concordo, Remo.
    In Italia, affrontiamo la diversità col cuore e con le tasche del privato. Non va bene. Non va bene perché la carità, talvolta sfama, talaltra favorisce la stasi culturale.

  7. assunta,
    penso sia giusto disapprovare, discutere.
    anche dire le cose come stanno.
    e certe volte alcuni nomadi fanno di tutto per farsi detestare.
    credo che a monte ci sia un problema politico.
    la sinistra come la destra non hanno mai voluto affrontare seriamente il problema.
    ho letto su carmilla, e quindi vado a memoria.
    noi (Italia) per fronteggiare il problema degli extracomunitari, dei nomadi e via disccorrendo spendiamo, mi pare, come la germania.
    c’è però una differenza.
    mentre in germania la maggior parte di questi soldi sono usati per creare servizi che favoriscano l’integrazione noi la maggior parte dei soldi la usiamo per la repressione.
    sia che al governo ci sia Prodi sia che ci sia il centrodestra.

  8. maurizio,
    si avevo letto di Finardi, del suo cd su Vysotskij, e mi pare di averne pure scritto.
    poi mi sono ripromesso di comprarlo quel cd, ma in autostrada non l’ho trovato e da altre parti non ho avuto mai tempo.

    sui rom.
    in effetti sarebbe meglio se parlassimo di mafia, di camorra, di povertà, di aria e di acqua inquinate.
    fortuna che ci sono loro.
    anni fa è venuto al giornale, da me, un ex sessantottino, che poi ha fatto il giro delle sette chiese..
    mi ha chiesto di promuovere una campagna di sensbilizzazione contro gli zingari che chiedono l’elemosina.
    nello stesso periodo aeva saputo che c’era una raccolta di firme, di alcune signore: contro le prostitute. mandiamole via.
    zingari, puttane e gay: non ci fossero loro sarebbe il paradiso, no?

  9. I rom fanno paura soprattutto perchè vogliamo difendere le piccole e poche cose che ci siamo conquistati con tanto sudore, tanta fatica, tanti sacrifici.
    Visto poi che si sono così tante persone solidali con i rom, mi domando, con la tanta solidarietà che li circonda, rimangono fra sporcizia e spazzatura in campi di periferia.

  10. V’è una fetta di mondo che, da sempre, basa la sua esistenza sull’apporto del privato. Trenta monete per vendersi l’anima, o per sciacquarsi la coscienza! Cinque euro al bambino che suona la fisarmonica bastano a dormire una notte. Un’altra notte. Il giorno dopo ci sarà il venditore di accendini, braccialetti, amuleti, collane, chincaglieria d’ogni genere… prodotti dell’industria del niente: non servono a nulla se non a dare l’impressione di un do ut des in realtà inesistente. È carità. Gran cosa la carità, ma non è solidarietà. Non risolve nulla la carità, e inasprisce gli animi quando la crisi economica si abbatte sulle famiglie, cellule di solidarietà fra simili e consanguinei.
    Sono fortemente convinta della necessità di radicare i valori della cultura multietnica e dell’integrazione. Francamente, però, mi coglie sempre un riso amaro quando mi trovo di fronte a un muro di cemento. E tale, a mio avviso, è anche l’atteggiamento di chi pensa di contrastare il razzismo (tale è, non usiamo sinonimi forzati come insofferenza, ignoranza, sicurezza e similari) con la cultura del “core di mamma”. Gli zingari (o rom, anche se non tutti gli zingari sono rom a dire il vero) non sono tutti ladri, stupratori e favoreggiatori della pedofilia, ma non sono neppure tutti santi.
    Non do soldi ai bambini. Mai. Sono convinta che i bambini debbano andare a scuola, che sia dovere di ognuno di noi ricordarlo a loro e ai loro famigliari, anche se sono zingari. Anche se hanno una “cultura diversa”. A Parma, qualche anno fa, in pieno centro, una zingara mi ha dato uno schiaffo perché mi sono fermata a parlare con una bimba di otto nove anni. Le ho detto: tu dovresti essere a scuola non qui a chiedere l’elemosina. I tuoi genitori hanno dei doveri verso di te. Tu hai il diritto di andare a scuola. Sono intervenuti i passanti. Qualcuno aveva sentito e mi ha detto: Sono fatti così! Com’è che sono fatti? Com’è che dire a una madre che ha doveri verso suo figlio è, improvvisamente, razzismo?
    A Torino, qualche mese fa, ho detto la stessa cosa a uno zingarello: tu hai dei diritti, tu devi andare a scuola. È scappato via.
    I bambini sono agli angoli delle strade e suonano la fisarmonica. Riempiono le piazze di note, talvolta intonate e spesso no. Com’è che ci sembrano sempre sinfonie? Com’è che non siamo capaci di scernere? Ci commuove la povertà? Non so. So che non mi fa dormire meglio allungare cinque euro a un bambino e lasciarlo per strada.

    assu

  11. la strumentalizzazione è cosa che detesto e che, ahimè, noto essere sempre più presente nel nostro tessuto sociale.
    anche negli ambienti di lavoro, ad esempio, dal più circoscritto sino al gruppo più numeroso di persone, ad arrivare all’intera nazione.
    figurarsi quanto sia comodo oggi l’argomento zingari. oggi che è defunta anche l’idea di politica come governo della pòlis.

    Paola Cingolani

  12. in parte è strumentalizzazione ma è pur vero che i rom vivono la terra, le strade, la città in modo diverso dal nostro e i bambini con loro. Alla base immagino ci sia una visione particolare della città e della famiglia e del ruolo dei figli al suo interno. Non è passato poi tanto tempo da quando anche i nostri figli vivevano per strada e portavano a casa il pane, lavorando e anzi si facevano tanti bambini proprio per ciò. Questo non significa affatto che i rom non amino i loro bambini. Un’amica che ha avuto una relazione con un rom spagnolo mi raccontava proprio che non abbandonano mai i loro bambini, neanche quando li fanno con una donna non zingara.Io penso che non sappiamo abbastanza di loro per giudicarli e cmq l’elemosina la faccio a tutti, in maniera indiscriminata. Non deve essere piacevole stare ai semafori sotto il sole o la pioggia a chiedere, non raccontiamoci frottole: è molto più pesante di tanti lavori…

  13. ciao remo,
    volevo solo salutarti.
    io passo sempre da tuo blog, ma poi…
    scusami, non c’entra nulla con l’oggetto del tuo post, ma mi sei venuto in mente vedendo Eugenio Finardi a Gargantua (trasmissione condotta da Giovanna Zucconi su raitre): ha presentato una canzone “La ginnastica” (http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Gargantua%5E16%5E76374,00.html),
    tratta da suo ultimo album.
    con questo album reintepreta le canzoni di Vladimir Vysotskij.
    forse, ne sei già al corrente…
    tanti e calorosi saluti!
    maurizio

  14. Non credo che “abbia seguito il suo esempio”, di Giovannetti, ma credo che volesse servire da esempio, anche se in silenzio: il Prefetto di Pavia, dopo lo sgombero della ex fabbrica Snia, ha ospitato una famiglia. Il fatto è diventato pubblico, come nel caso di Giovannetti, non per volontà dei diretti interessati.
    Perché, da una parte, è giusto che il “privato” faccia quel che può. Ma è altrettanto vero che la questione non può ritornare nei termini dei gesti “caritatevoli”. Fermo deve restare che di diritti si tratta. E di doveri: ciascuno per la propria parte.

    Vedi Remo, io sono molto cattiva in una cosa. E’ più forte di me: mai darei (o dò) un centesimo a chi trascina per le strade un bambino più o meno piccolo per “estorcermi” l’elemosina. Per la serie: darei l’anima affinché ciascuno potesse tenersi la propria cultura (ma quella cosa non è La Cultura rom?) e io mi tengo il mio “credo”: non strumentalizzare nessun essere umano, nemmeno (tanto meno) i propri figli.

  15. oggi vorrei essere a roma, con chi manifesta al fianco dei rom, oggi vorrei essere a cremona, dove ci sarà lo spettacolo su simon mago, di don luisito bianchi.
    ieri invece, usscendo dal giornale, ho deciso di fare un giro lungo.
    e mi sono imbattuto nel suono di una fisarmanica.
    li ho seguiti, erano due zingari, lui, molto giovane, suonava, davanti, lei, altrettanto giovane, con un bimbo in braccio.
    ho visto quanto siano utili oggi gli zingari.
    quando i due sono arrivato in un piccolo mercatino tutti gli ambulanti han fatto crocchio, guardandoli male.
    cazzo si permettono a suonare (e bene anche) una fisarmonica per le “nostre” strade?
    oddio, santi santi non siamo, e magari lo sa di non essere santo quell’ambulante che ha litigato con mio padre, tempo fa.
    aveva delle mele esposte, mio padre gli ha chiesto un chilo di mele, e quello gliele ha date a mio, padre, ma non quelle esposte.
    e mio padre gli ha detto: Un mi freghi, mi hai già fregato una volta, o mi dai queste o niente.
    han fatto parole, quelle sono le “sue” mele, dell’ambulante, insomma.
    Ho dato un euro a quel nomade.
    Mi ha detto, che dio ti benedica capo.
    ne ho bisogno, ho pensato.
    (cinzia fai pure, anzi: grazie).

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