In vino veritas, dice l’assessore (alla cultura, latinista anche)
in scarpe adidas, replica il sindaco.
Erano i primi anni Novanta. Sulla prima pagina del mio giornale c’era una rubrica satirica, L’elefante.
Con queste e altre battute.
Marco Travaglio, di quella rubrica, ne scrisse sul Giornale di Montanelli.
Ero stato io a proporre qualle firma, al mio vecchio direttore.
Tra i miei link, c’è la Banda Osiris.
L’ho inserita tra i musicisti amici.
In realtà non sono solo validi musicisti: sono attori, comici, acrobati (che piacevano a Fellini).
E Carlo Macrì (che secondo alcuni è la mente della Banda) era l’autore della rubrica L’Elefante.
Era davvero, davvero bravo.
Divenne la firma più nota del giornale (relegandomi al secondo posto).
Sua moglie, ora, è una mia collega. Scrive di spettacoli.
Sono vent’anni e più che conosco la Banda Osiris. Visti più volte. E non l’ho mai detto. E’ che certe cose si danno per scontate.
Se io ieri mattina non avessi preso il caffè con Carlo Macrì mica l’avrei scritto questo post.
Se ho tempo, prima o poi vado a rispolvere vecchie interviste che feci loro.
E comunque. Vent’anni fa erano vercellesi. Ora, di vercellese, è rimasto solo Macrì (perché altri due stanno in Toscana e uno non so).
Buona serata
Ho un ricordo di uno spettacolo della Banda, a Settimo Torinese.
La Banda Osiris non è nota come oggi. Forse perché non sono ancora comparsi in televisione. Lo spettacolo è all’aperto. C’è gente che passa, è una sera d’estate. Fa caldo. La gente, però, passa e si ferma, incantata dalle acrobazie di Gianluigi Carlone e delle gags…
Qualcosa da vedere.
Carlo Macrì presenta Stefano Bollani.
E poi: l’importante è dissacrare.
E infine: Macrì presenta il dongiovanni (carlone).