Qualcuno, con mail o sulla bacheca di facebook, mi chiede dei miei libri.
Allora.
Inutile chiedere del mio ultimo libro in libreria: La donna che parlava con i morti è fuori catalogo, esaurito credo (e un po’ lo spero e un po’ mi spiace che non ci siano più copie). Nel magazzino di Roma, mesi fa, non ce n’erano più (così mi han detto, quando ho chiesto una copia che volevo inviare a un critico che me l’aveva chiesta). Inutile cercare anche Il quaderno delle voci rubate, si trova solo a Vercelli; spero in una ristampa, di un altro editore.
Penso che Dicono di Clelia, invece si possa ordinare, così come si può ordinare in libreria la raccolta di racconti Tamarri, e il mio terzo romanzo, Lo scommettitore. Che si può ordinare scrivendo a Fernandel: arriva tramite posta ordinaria, senza spese aggiuntive.
Una presentazione, ora, del personaggio Scommettitore: non ha nome, è semplicemente uno che scommette su quello che fa: lavorando per questo o quel candidato politico.
Il ballottaggio, lo scontro tra due candidati, era un po’ la sua droga.
Due candidati. Uno contro l’altro, come due pugili sul ring.
Vince il più scaltro, sono ammessi colpi proibiti.
Vince il più intelligente.
In mezzo ai due candidati c’è il caos: galoppini, portaborse, servi.
E poi consulenti-esperti di tutto, di come farsi fotografare, di cosa dire, di che colore la cravatta, dello slogan da coniare; e di sondaggi, di previsioni. Oppure ci sono investigatori, o spioni. A volte, più spesso di quanto si immagini, ci sono anche delinquenti, organizzazioni criminali; loro e gli spioni lavorano nell’ombra, i politici e gli esperti invece, tra un sondaggio e una previsione, una previsione e un altro sondaggio, cercano di capire come vive e cosa pensa la gente: poi, finito il can can, dopo il voto, arrivederci e grazie.
Dietro ogni candidato c’è una strategia e uno stratega.
Se accanto allo stratega ce ne sono altri è un suicidio: perché fanno confusione, si annullano, litigano.
E poi c’è il popolo elettore.
Che sceglierà: uno dei due.
Per uno dei due lavora lui, lo scommettitore.
È lo stratega, la mente del suo candidato.
Il resto è contorno. Solo lui, con la sua intelligenza, si spaccherà la testa per prevedere, contrastare, annientare le mosse dell’altro, giorno e notte, sempre, fino a quando la gente va a votare e sta ancora votando: nell’ultimo giorno e nelle ultime ore c’è ancora tempo per un ultimo colpo basso e, soprattutto, per parare quelli altrui. E poi si aspetta, si aspetta lo spoglio dei voti.
A quel punto il suo candidato è al centro del ring. Pronto per alzare le braccia al cielo, Ho vinto, ho vinto.
Lui in quel momento di solito è in albergo a fare le valigie.
Ancora una pagina, tratta sempre da Lo scommettitore
accanto c’era segnata la cifra più grossa, 45 euro, superiore a DP per spesa, 13,50, a DP per vestiti, 6, a DP per senza filtro, 1,15, a Varie, 0,30.
POSSIBILI LAVORI
DA EVITARE
QUESTA ESTATE
IDEE