Rileggere cose già lette

Sto leggendo un libro ogni 4, 5 giorni. In un anno di vita politico amministrativa ne leggevo 1 ogni 4, 5 mesi. Non sto scrivendo, però. Non so cosa scrivere, non ho nulla da raccontare, mi limito a leggere e ad ascoltare i racconti di altri, di mio figlio Libero per esempio.
Sotto il banco, un suo compagno ha trovato un foglio, però incartato su un altro foglio come un pacco regalo. Figlio di puttana, c’era scritto.
Si sta vivendo un giallo, insomma, in una seconda elementare. Il colpevole è tra quelli che, quando le maestre non sentono, dicon parolacce o è un insospettabile?

Sto leggendo dicevo, stanotte (è mezzanotte ora, leggerò dall’una altre tre) mi aspetta “Prima di morire”, giallo di Gianni Farinetti ambientato nelle Langhe, dove evidentemente mi piace pernottare prima che arrivi il sonno: son reduce infatti da una rilettura di “Una questione privata” di Fenoglio”. Sulle pagine partigiane del libro mi piacerebbe ritornarci, prima o poi. Adesso mi soffermo sul primo capitolo. Son pagine così dense di sensazioni forti, e di sospetti anche, e di nostalgie anche, che uno se le porta appresso più o meno inconsciamente continuando la lettura. Alla fine del libro la mente torna lì, nella villa dove Milton è tornato per ripensare al suo perduto amore.
Però lo dico ora, questo. Quando lessi per la prima volta “Una questione privata” pensai ad altro (che ora francamente non rammento, ché saran passati vent’anni o più).

A proposito di rilettura. Pensavo prima a Bukowski.

Amo i solitari, i diversi,
quelli che non incontri mai.
Quelli persi, andati, spiritati, fottuti.
Quelli con l’anima in fiamme.

E ho concluso che se c’è un filo conduttore nei libri che ho scritto son proprio i solitari con l’anima in fiamme.

Buone cose a tutti