Miei parenti, belle persone.
No attenzione: i miei parenti non sono tutti delle belle persone. Alcuni, però, lo sono.
Due cugine che non rivedevo da anni e anni. Tanti anni.
Qualche telefonata, ma vera, affettuosa.
Da ragazzi abbiamo vissuto tante belle sere d’estate, spensierati.
Loro due, io, un cugino che non c’è più…
Due cugine sempre sorridenti. Persone semplici. Lavori semplici. La famiglia e la vita che corre in un piccolo paesino vicino a Firenze.
Qualche incontro, ogni tanto. Ecco, io sempre scontento, amareggiato, loro sempre sorridenti. No, non solo. Felici.
Mentre siamo insieme – dopo un abbraccio eterno – mi fanno vedere le fotografie dei figli che crescono, segno del tempo che passa. E poi si parla (come fa quella canzone di Guccini? Dieci anni da narrare l’uno all’altro) di parenti, di luoghi.
E c’è pure posto per qualche lacrima.
Una di loro mi dice: «Guarda che io lo dico a tutti che ho un cugino importante.»
(Me lo dice ogni volte che ci siamo incontrati: un matrimonio, un funerale una visita lampo…)
Le dico: «No, sei tu che sei importante per me, ricordi cosa diceva mia madre di te? Che infondi allegria…»
«Macché tu dici…»
(Guarda che lo penso davvero, vorrei dirle).
Persone semplici. Grandi protagonisti della vita.
Loro la vita l’hanno vissuta per davvero. Respirandola, attimo dopo attimo dopo attimo dopo attimo…