Fuori dalla palle chi non la pensa come me, leggo su Facebook.
Giorni fa ho visto ero in auto, fermo al semaforo. Ho visto un uomo barcollare, appoggiarsi a un albero.
Ma è stato subito soccorso da un paio di persone.
Certi momenti, già.
– Quattro panini, due integrali e duo no… Un attimo, prima mi dica: lei cosa pensa dei no vax e di Draghi?
Oppure, hai una perdita d’acqua improvvisa, e chiami l’idraulico.
Come lo vuoi: con doppia mascherina o ti va bene il primo che corra (perché è sabato pomeriggio)?
O ti fa male un dente, o hai bisogno di un’informazione, oppure oppure oppure.
Pronto soccorso di un ospedale: il linguaggio da social, almeno lì, non c’è.
In certi momenti va bene tutto. Fascista, comunista, terrapiattista: comunque aiutami (e scusami se…)
I social ci fanno tornare bambini: alla fase fallica/onnipotente, mi sembra.
Il sogno fallico/onnipotente: che tutti la pensino come me.
Sai che noia, poi.
(No, lo dimenticano).
E comunque. I social fanno ridere, dài. Puoi scrivere: fuori dalle palle chi non pensa questo e quest’altro. Poi, se prendi l’ascensore con una/uno sconosciuto, stai muto.