dacci oggi il nostro sfogo quotidiano

Son di corsa, oggi.
Grane, grane e ancora grane. E bocconi amari.
Chi può permettersi di fare la voce grossa fa la voce grossa.
E minaccia: attenti a quello che scrivete, attenti a non ledere la mia onorabilità.
Quando assunsi la direzione del giornale, tre anni, fa, scrissi che avrei dato voce a chi non ne ha.
E credo che questo, insieme al “raccontare piccole storie di tutti”, sia uno degli aspetti più qualificanti dell’informazione locale.
Comunque.
Così ho fatto, e ne vado fiero.
Risultato: grane, querele, minacce di querele.
Altro risultato: il giornale è cresciuto, più vendite insomma.
Altro risultato: nessuna forza poltica apprezza la linea del mio giornale.
Altro risultato: quando si tratta di cercare conferme, testimonianze, quelli che vengono calpestati e umiliati si ritrovano soli. Traduzione: io e loro.
Vedremo come finiranno queste grane.
Vedremo, vedrò: di sicuro non farà mai il giornalista che abbozza al potere, che abbassa la testa.
(Ma che chiede anche scusa quando sbaglia: perché facendo questo lavoro, a volte pressati dalla fretta, succede di sbagliare. Non sono infallibile, io. Il giornalismo è tutt’altro che infallibile. Ma i miei giornalisti lo sanno: nel dubbio, tante volte, ho preferito non pubblicare).
Comunque.
L’ho detto due minuti fa ai miei giornalisti: o si continua lavorare così oppure arrivederci, posso smettere anche domattina.
So fare il cameriere, per esempio. So, credo, correggere manoscritti, ho già curato un paio di editing. Ma posso anche, oddio se perdo qualche chilo è meglio, andare a vendemmiare, o pulire cantine. Cose già fatte, del resto.
E va bene così.

Passo ad altro.
(Passo spesso ad altro).
Sul blog di Massimo Maugeri – un bel blog, a mio avviso – da oggi si inaugurano le recensioni incrociate.
Oggi s’incrociano e si confrontano Sabrina Campologo e l’accoppiata Laura e Lory.
Buona lettura e buona giornata.

Ho finito la mia pausa panino. Torno alle grane. E al giornale.
Ancora una cosa: se scrivo di giornale è perché, per esempio, il contatore di questo blog mi dice che da Roma ho, certi giorni, anche 150 visite; ma da Vercelli, la mia città, ne ho cinque, dieci quando va bene. Non mi dispiace affatto queta non conoscenza di chi vedo, ogni giorno.
Mi dà come la sensazione del viaggio, il blog.

23 pensieri su “dacci oggi il nostro sfogo quotidiano

  1. Caro Remo, sei una persona speciale, non demordere, siamo tutti con te.
    Almeno quelle persone oneste e dotate di buona volontà che vorrebbero ripristinare la gerarchia dei valori per una vita più dignitosa e potabile.Purtroppo per motivi di salute spesso sono latitante con gli amici, anche se il pensiero non ostacola, come fanno le mie artrosiche.. articolazioni che mi impediscono di scrivere quanto e vome vorrei.Anche per me la Cultura è una ricchezza ineludibile, uno dei motori essenziali per migliorare il mondo, per crescere intellettivamente,confrontarsi con gli altri, apprendere e condividere posizioni importanti, come ho potuto fare stamani leggendo sul blog di Massimo il tuo giusto scoramento. Pensiamo che tante gocce formano um mare…Ti ringrazio per tutti coloro che invece di apprezzarti e sostenerti, ti hanno procurato solo grane…Apresto spero.
    Tessy

  2. Inutile dirti che da quando ho saputo di questa cosa, sei sempre nei miei pensieri. Vorrei un giorno leggere un post con una sola parola: vittoria.
    Capirei, capiremmo tutti che per una volta davvero Davide ha fatto il c..o a Golia. Io penso che se Davide sei tu, questa possibilita’ esiste e che Golia farebbe bene a, come si dice in gergo militare, dormire preoccupato.
    Laura

    p.s. chiedere aiuto a un collega ammanicato mai come in questo caso e’ giusto. Va’ avanti.

  3. Caro Remo non so se si tratta di qualcosa di cui mi avevi parlato (forse si) comunque di qualsiasi cosa si tratti hai tutta la mia solidarietà e vicinanza
    Baci
    Elisa

  4. In tempi nei quali i giornali son diventati sempre più gadget offerti in omaggio a chi acquista dvd, mestoli da cucina, occhiali da sole, enciclopedie del(la) buoncostume a fascicoli bisettimanali. In tempi nei quali pare quasi dia fastidio la scrittura minuta in bianco e nero per il lettore “attento” che si bea nel godersi l’auto di lusso o l’accessorio Bulgari a tutta pagina a colori. Ecco, in questo tempo in cui l’informazione è sempre più monca e perdendo una lettera alla volta è diventata fazione. Ecco, sì, in questo tempo è una consolazione leggere di/da chi è disposto a tornare a pilire cantine o servire ai tavoli pur di non servire altri padroni ed asservirsi a logiche che con l’informazione hanno a che fare come l’acido muriatico coi maccheroni.

  5. Io, oltre che dimostrarti la mia stima leggendoti, non so che scrivere.
    In 40 anni di vita, non ho mai lavorato, se non in casa….
    Ma so per certo che, se ce ne fosse bisogno, non avrei problemi nello svolgere qualsiasi lavoro.
    In questo mondo di oggi, pieno di clientelismo e prese di posizioni imposte, è bello vedere qualcuno che non sente la necessità, nè il dovere, di fare parte della massa e preferisce rimanere sui propri passi…
    :-))

  6. Remo io vorrei dirti tante cose. Taccio. Sai già tutto quel che devi sapere.
    Inutile sottolineare l’ovvio.
    Credo moltissimo in te e sono convinta che le grane non scalfiranno di nulla la tua signorilità.

    paola rossa

  7. tu Bassini Remo mi sei simpatico,
    mi vai a sangue,
    con quella tua mezza sigàla in bocca,
    e i tuoi occhi,
    e quello dice già tanto,
    poi la stima mia per te viene pure dal fatto che fin d’all’inizio
    hai dato eco alle voci fioche, deboli,
    i nessuno, per tanti,
    negli articoli e nei tuoi pezzi narrativi,
    ecco,
    un abbraccio
    Mario

  8. Non trovo le parole giuste per un messaggio di incoraggiamento…
    Il pensiero, se conta, è quello.
    Forza, direttore.

  9. il giornale è stampato.
    ho appena letto i commenti, adesso vado a mangiare.
    sulla prima pagina di domani l’ho scritto: ho voglia di cambiare mestiere perche non mi va che chi debole sia sempre o quasi dalla parte del torto.
    poi, per la prima volta (mai successo in tanti anni) mi accingo a fare una cosa mai fatta: chiedere l’aiuto di un amico giornalista, molto importante.
    sai habanera, non so dire quanto sono oppresso.
    mi sento più portavoce di quelli che si sentono oppressi.
    oggi una donna mia ha telefonato e mi ha detto, Stanotte non dormirò, è colpa mia se lei sta avendo delle grane.
    le ho detto, Era giusto così.
    bene, vado a mamgiare.

  10. Non è un caso se in tanti veniamo a leggerti e a commentare i tuoi post. Quello che sei, come sei, lo si capisce da quello che scrivi e noi siamo molto fieri di te. Ti auguro una felice e veloce risoluzione di tutte le grane che ti stanno opprimendo.
    H.

  11. Bravo Remo. E bravo perchè so che credi veramente a quello che dici. Vai avanti così. Sei grande.

  12. Dura la vita di chi si rifiuta di scendere a compromessi. Si vive male fuori dal coro ma se puoi guardarti allo specchio la mattina senza abbassare lo sguardo vuol dire che è la direzione giusta. Ciao direttore, buona settimana.

  13. sei una brava persona, e un valido essere umano. non so come, ma non ne dubitavo.
    se ti serve una mano a vendemmiare, fischia. :-)

  14. nella vita, bisogna sempre avere un secondo mestiere, un’altra possibilità, serve anche a fare meglio il primo mestiere e percorrere con serena consapevolezza la propria strada e le deviazioni a venire (stamattina mi sono svegliato saccente e banale, e ancora non m’è venuto sonno)

  15. Caro Remo,
    complimenti per il lavoro che svolgi e massima solidarietà da parte mia (per quanto concerne le difficoltà).
    In un paese zeppo di teste calanti e di gente con calli alle ginocchia le persone come te valgono oro.
    Ti abbraccio.
    Grazie per il link.
    Massimo

  16. sembra difficile, oggi come ieri, sopravvivere senza far parte di “cordate”
    ho vissuto situazioni, in altro contesto e in riferimento ad altre attività di lavoro, simili alla tua.
    e proprio venerdì mi hanno detto che nel 2009 non ci sarà più quell’incarico di lavoro. mentre per un’altra persona tutto sarà come prima: la differenza è che lei (è una “lei”) fa parte di una cordata.
    pazienza: ci sono i cicli delle stagioni, i libri che costano meno di un pasto, si possono rosicchiare i risparmi fino alla morte, si può vivere con meno, adattando i bisogni alle risorse
    ciao

  17. Mah! nella vita ho dovuto spesso e volentieri decidere: o con loro o solo. Ho sempre preferito solo, morto di fame, ma con i miei pensieri, i miei dubbi, le mie idee, le mie testate al muro, anche perché – loro – di sicuro, un giorno, mi avrebbero abbandonato.
    Il resto sono soldi, politica, potere, corruzione, e via dicendo.

    Rino, palesando le proprie esperienze.

  18. correggo: il contatore del vecchio blog mi diceva le zone di provenienza delle visit. qui ho solo i numeri. e altro.

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