Prima sul blog di Serino e poi in quello di (un’insolita, pungente) Loredana Lipperini, nei giorni scorsi c’è stato l’ennesimo scontro su Saviano.
E su Gomorra.
Dico subito: su Saviano e su Gomorra a me piace ascoltare che impressione ne hanno ricavato soprattutto i lettori del sud. Ho ascoltato, ascolterò.
Per me è un buon libro, ma non un capolavoro.
Colpevolizzare Saviano perché ha pubblicato con Mondadori mi pare sbagliato.
C’è l’ombra di Berlusconi, è vero, dietro la Mondadori. E non solo l’ombra. Ma ho conosciuto persone, serie, del gruppo, e so che non ci sono ingerenze nelle scelte editoriali della narrativa (sulla saggistica devo chiedere).
E comunque. Non mi piace che si tappi la bocca a chi dice che Gomorra non è un buon libro, perché ogni libro è imperfetto e perché un libro si può incontrare, ma si può anche non incontrare, con la percezione del o dei lettori.
Non mi piacciono alcuni siluri verso Saviano.
Che ha fatto di male? Ha scritto un libro, ha vendute tante copie. Non per tutti ma per tanti è diventato un simbolo. Magari imperfetto, magari è solo una moda il “savianismo”. Magari Saviano ha fatto ombra ad altre voci del sud (ma questo, io credo, sia un argomenti di difficile trattazione sui blog: porta a infinite accuse e controaccuse). Ma sarà il tempo, io credo, a dire.
E comunque: Saviano-uomo merita rispetto non foss’altro perché vivere sotto scorta non è vivere.
Ho appena conosciuto Gherardo Colombo, ex magistrato di mani pulite.
Quando parla al pubblico (stamattina era di fronte a 150 studenti delle superiori, adesso, mentre sto scrivendo, invece si incontra con degli universitari) ha un atteggiamento autorevole, a tratti spigoloso. Si infastidisce se qualcuno disturba mentre parla, non vuole essere interrotto (c’è anche da dire che oggi era un po’ influenzato, il che non aiuta).
Parla soprattutto, Colombo, di regole e di rispetto.
E sa spiegarsi bene. Fa esempi concreti, sa farsi ascoltare.
(Le regole della lingua italiana: vanno osservate così che ci si possa capire, ha detto).
Abbiamo parlato un po’ andando a pranzo (fuori dal suo ruolo di personaggio pubblico è affabile, mite, gentile con tutti), così ne ho approfittato per chiedergli del sud.
Che pensano i ragazzi del sud quando lui parla di regole che vanno rispettate, educando, in primo luogo, noi stessi alla cultura del rispetto?
Mi fa: Ha visto alla fine che alcune ragazze mi hanno fermato e mi hanno fatto altre domande?
Sì, ho visto, gli ho detto.
E lui: Guardi, recentemente a Lecce ho rischiato di perdere l’aereo, i ragazzi continuavano a chiedere, è un problema che sentono. Certo, più al sud che al nord.
(Gherardo Colombo dice che – oggi – il vero trasgressore è colui che chiede l’applicazione di regole finalizzate al rispetto degli altri. Dice che trasgredire le regole è diventata una norma: devastante).