Giovedì 27 Aprile 2006
In auto, da Vercelli a Montemagno, nell’astigiano, da Mario Bianco).
Per strada un gatto, bianco e rosso.
Accanto a lui, sull’asfalto, una grande macchia, di sangue.
Parrebbe adagiato, come usano fare i gatti quando dormono, ma la testa è eretta, pare staccata, non appartenere al corpo.
Fissa il vuoto, maestoso.
Sembra irreale, scolpito, di pietra.
Aspetta.
Piove, appena appena.
(Sono andato a riprendere un vecchio post dal vecchio blog. Internet è uno stimolo a proporre sempre cose nuove ma, con le sue sovrapposizioni continue di immagini e parole, cancella, anche.
A volte mi piace rivedere vecchi film, già visti, o rileggere, perlomeno sfogliare, libri o poesie o testi teatrali già letti.
Farò e faccio così anche qui. E magari, col permesso degli interessati . e se li conosco senza nemmeno il permesso – andrò a riproporre, ogni tanto, cose impolverate)
(e buona giornata)