Lei si chiama Giuditta Russo, qualcuno l’avrà vista in tivù da Bonolis, o avrà letto di lei.
Il caso di Giuditta Russo, già: sembra un personaggio pirandelliano, non vero.
Una vita normale, poi una vita di menzogne e successi, poi – è storia di questi giorni, di questi anni – una vita che difficilmente sarà normale ma senza menzogne sì.
Perché Giuditta Russo cammina a testa alta.
E poi. Giuditta Russo è amica mia.
Me l’ha presentata Anfiosso, a distanza.
Anfiosso è Anfiosso ed è amico mio.
Sul suo blog ha intervistato Giuditta Russo (della quale si era già occupato, recesendola e stroncandola. E lei, a quella stroncatura aveva reagito con una signorilità rara che, io credo, avevo spiazzato Anfiosso).
E comunque.
Ecco l’intervista.
Verrà pubblicata in forma ridotta dal giornale La Sesia e, credo, dal Corriere Nazionale.
[Sniff. Non riesco a lèggere questa pappolata (che peraltro m’era sfuggita, ‘nnaggia) di quella vecchia sfranta dell’Arruzza senza sentirmi soffocare dalla nostalgia. Quali memorie!].
Oltre 5 anni fa,conobbi per caso un signore di nome R.D.che apparentemente sembrava normale.Poi si appura che intraprese la vita da SFD,lo conobbi nell’atrio di una sala di attesa di un ospedale ,lui dimorava ,diceva di aver un blog di nome ANFIOSSO ,pernottava nella sal d’attesa dell’ospedale Maria Vittoria,a ruota pernottava anche in altri ospedali pubblici,infine in primavera pernottava in piazza CLN.L’ultima risorsa .dormire all’aperto perchè fu bandito dai dormitori come soggetto indesiderato ,questo fu riferito da altri utenti dei dormitori .Egli stesso mi riferirì che il suo nik name era anfiosso un cefaloscordato che scrive.Apparentemente sembrava una persona distinta ,riferiva di aver studiato filosofia e che le sue future aspirazioni fossero di scrivere un libro raccogliendone tutte le sue critiche filosofiche ,e che a suo parere utile per studenti di filosofia .In alcune occasioni,vista la mia precarietà abitativa ,era punto di riferimento per mio fratello la mia ubicazione su appuntamento presso la sala d’attesa dell’ospedale ,dove questo signore pernottava tranquillamente. Così conobbe mio fratello,dove senza il mio consenso parlavano dei fatti miei. Si scopre con il tempo che ,codesto individuo,avesse qualche problema di isteria ,perchè si notava in ripetute occasioni che su futili pretesti alzava la voce ,a volte in maniera incontrollabile : perde molto facilmente le staffe.Un giorno cercavo di capire,perchè avesse questi atteggiamenti ,lo sporsi in modo civile,replicava che era legato alla sua vicissitudine di vita.Credendo che fosse più erudito di me nell’interpretare la logica dell’italiano ,in quanto io ne avevo difficoltà: le chiesi cosa ne pensasse se opponevo ricorso per illegittimità allo sgombero,motivo per cui ebbi modo di conoscere Lui ,vista la mia precaria sistemazione abitativa .Mi risponse che non era pratico del lessico legale e mi invita di rivolgermi ad un avvocato del patronato ed ai servi sociali. In un’altra occasione le accennai se volesse far domanda di supplenze al Provveditorato agli Studi,in primo luogo mi disse di si ,poi trovò un pretesto infine perse le staffe ,si mise ad urlare che fu sentito fino all’ultimo piano della zona dove ci trovavamo ;da quel giorno le negai la parola.Ma nonostante ,si comporta come una donna isterica ,infine si scopre che è omosessuale .Nulla ha vietato che,codesto individuo in pssato mi riferì :mi metto nella bambagia della PSICHIATRIA,e mi puppo un po’ di soldi,d’altronde una persona che a trentaquattro anni,non ha neanche idea di come fosse il mondo del lavoro ,non avrebbe altre risorse,che rivolgersi dove aspira.Lui stesso in passato riferì a me che:la madre ogni tanto le manda qualche spicciolo,vive di espedienti,al tempo si lamentava che da corso Novara i tempi erano lungimiranti ad ottenere la residenza,si incavolò con una certa Signora Mascia,che a sua volta dipendeva dalla Dottoressa Gamba,infine ottenne la residenza ai senza dimora .Ne risulta che in tempi pari a mesi 16,ottenne la residenza ai senza fissa dimora,stante a quanto riferito ancor prima del litigio da egli stesso provocato ,ora si presume sussidiato dai servizi sociali.Su certi aspetti questo individuo oltre a litigare con me, ha il lusso di dare della puttana e cicciona di merda a chiunque agli operatori della biblioteca,o chi che sia .Dalla biblioteca ,dove egli scrive,insulta anche via rete che io rompo i testicoli a tutti ,da della stupida ad un’altra operatrice in un’occasione lanciandogli una penna contro,urla nei corridoi dando calci agli armadietti antistanti il locale di consultazione,si nota chi è più ferreo a perdere le staffe,denunciato alla Polizia da codesti operatori,dove a richiesta mi offrirò a testimoniare,da del mentecatto al portiere ed operatori della biblioteca .Si vanta di essere pulito e che io sono un straccione di merda ,ora visto che lui ci tiene a mantenersi pulito, si appura il perchè: è facilitato dal fratello del centro accoglienza,anche Egli è lombardo,si serve senza prenotare, si serve di vestiario a piacimento,scarpe e usufruisce delle docce senza far trafila,così neil restante del quotidino ha molto tempo a dedicare per studiare ,magari un giorno si laureerà in lettere e filosofia,a parer mio,cosa che io le AUGURO :si presume che pende dall’altra sponda, e si figuri che in questi centri nell’ambito UNIVERSITARIO pullula la omosessualità ,le auguro che trovi il suo tipo e,quindi egli oggi nuota nella bambagia.
MIRANDOLA. Truffa da 380mila euro: prescritta. L’ex marito accusato di bancarotta per aver “ripulito” i soldi e poi aver fatti sparire: assolto “perché il fatto non costituisce reato”. È finito senza giustizia per le vittime – quattro delle quali costituitesi parte civile – il processo contro Giuditta Russo, la 43enne finta avvocatessa originaria di Pompei che lavorava a Mirandola e aveva chiesto soldi per cause, spese e investimenti del tutto inesistenti. E anche l’ex marito, che ha sempre sostenuto di non aver saputo nulla di quello che gli passava sotto il naso, compresi soldi che gli venivano girati, ne è uscito indenne. Ieri mattina, davanti al Secondo Collegio presieduto dal giudice Di Bari – l’ultimo di una serie di collegi giudicanti, l’unico ad arrivare in fondo – il pm Mazzei ha sottolineato con parole durissime che questa prescrizione rappresenta un grave colpo al sistema giudiziario, soprattutto perché tutte le persone che si erano fidate di lei e gli avevano affidato i risparmi non avranno nessun ristoro. Il finto avvocato ha fatto opera di contrizione pubblica più volte arrivando anche a confessare davanti alle telecamere della tv. Non solo: «La Russo ha recentemente confessato anche in aula – ha ricordato il pm – ma per lei è stato facile sapendo di avere la certezza dell’impunità. Questa truffa si può dire che è più grave di una rapina perché ha tradito chi si fidava di lei». La prescrizione è stata inevitabile, a questo punto, in quanto i reati contestati alla finta avvocatessa (già condannata a 5 anni in primo grado) risalgono a un periodo tra il 2005 e il 2006. Da allora, della pratica si sono occupati numerosi magistrati e pareva che alla fine del 2011 il collegio giudicante dell’epoca fosse ormai vicino alla sentenza, ma non è andata così. In questo modo, la Russo è riuscita a sfuggire alla sentenza. L’ex marito, G.V., già cancelliere del Giudice di Pace di Finale, era accusato di ricettazione. Il motivo va ricercato nel fatto che la Russo gli girava ingenti quantitativi di denaro – a volte in banconote di diverso taglio- poi spesi nell’acquisto di un cascinale in Toscana: quello che lei diceva essere il sogno della sua vita sarebbe stato l’incubo delle sue vittime, allora all’oscuro di queste manovre. Il cascinale era intestato all’ex marito che pure non si è accorto di nulla, neppure della stranezza di avere una simile proprietà – del valore di 380mila euro – quando percepiva uno stipendio modesto. Quel terreno poco dopo è stato rivenduto con una perdita ma il fatto più straordinario è che l’incasso – 335mila euro – è svanito. Ancora oggi non si sa dove sia andato quel denaro passato attraverso conti bancari e quindi, secondo l’accusa, di fatto ripulito proprio come avviene per una ricettazione. Ora con la prescrizione e l’assoluzione, per le vittime non è previsto alcun risarcimento. Neppure per quella anziana mirandolese che con il marito ha addirittura acceso un mutuo per darle la somma chiesta e nel frattempo è deceduta per un malore cardiaco con tutto il carico di dolore di quanto le è capitato. Spiegano i legali della coppia parte civile al processo, gli avvocati Roberto Ricco e Cosimo Zaccaria: «Rispettiamo le sentenze ma per questa famiglia tutto questo è un duro colpo da accettare». Del tutto identica la sorte di un ex generale che era stato tra l’altro giudice di pace nell’ufficio finalese dove lavorava l’ex marito della Russo (assistito dall’avv. Giuseppe Campagnoli). Anche lui non avrà nulla indietro da questa vicenda che gli è costata cara e lo ha amareggiato.
Davvero una “gran Signora”!!!
Grazie per la segnalazione. Ora vado a leggere. Non so niente di questa vicenda.
Letto e commentato, di là. Grazie della segnalazione.
Che dire, Remo…grazie con tutto il cuore.
Spiazzato no perché non cercavo di far male alla Russo; favorevolmente colpito sì perché non è da tutti.
La Russo è stata la primissima scrivente che ha reagito con maturità a una critica negativa, quando ho fatto presente che come lettore mi sono sentito maltrattato. Questo è un altro vantaggio dell’essere uscita dalla menzogna: perché lei lo ha fatto. Tanti altri no, e infatti reagiscono, quando lo fanno, molto diversamente, e nemmeno se ne vergognano (tautologia).