La scrittura, quella vera

Si può scrivere di tutto, romanzi, racconti, articoli, saggi usando il “mestiere”.

Anni fa, non tanti, ho sentito una persona dire queste parole: Per anni ho fatto l’editore, so cosa vuole il mercato, so cosa vogliono i lettori. Ora scrivo. Per me è stato un gioco da ragazzi pubblicare libri e vendere.

Non ho letto nulla di questa persona. Di libri così’ se ne trovano tanti, oggi, gialli specialmente.

Per me la scrittura è – anche – questa cosa: Dello scrivere oscuro, di Primo Levi.

E’ una ricerca, la scrittura. Un percorrere vicoli o viottoli inesplorati. Bui. Mai esplorati.
Un esempio, il primo che mi è venuto in mente.
Scrivere un diario, ma di una persona che non conosciamo. Forse sappiamo dove vive, ma di lui sappiamo così poco che ci vorranno ore e ore di scrittura per dire di più.

2 pensieri su “La scrittura, quella vera

  1. Discorsi tristi. E purtroppo veri. Scrivere come se si trattasse di una qualunque operazione di mercato e il libro fosse solo una mece come altre. Grazie, Remo, per essere una voce dissonante.

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