giorni, come pagine di un libro

e oggi sarà un po’ come quei giorni, lontani, che alcuni hanno vissuto con la testa sui libri perché è imminente un esame.
oggi non lavoro, oggi (ma è stato così anche ieri pomeriggio, sabato, e di notte fino alle 4 e mezzo) lavoro su un libro.
una bozza di libro.
e una bozza di libro è come un castello di sabbia, basta niente per far crollare tutto, oppure, viceversa, non è un castello se non lo completi.
insomma.
una frase, una parola di troppo, oppure, viceversa, una frase, una parola, indispensabile alla struttura ma dimenticata, data per scontata, può mandare all’aria ore e ore di lavoro.
(poi certo, ci son libri-capolavori, come Il grande sonno di Chandler, in cui non tutto torna, ma son capolavori di scrittori a cui si perdona, volentieri).
oggi libro, magari la posta elettronica e se riesco stasera vedo l’Italia (avrei, nei giorni scorsi, voluto vedere la Turchia, che ha un grande allenatore, l’imperatore Fatih Terim, che allenò la fiorentina
Aver paura non serve a non morire, dice Terim che, a mio modo di vedere, pratica il calcio più spettacolare e più offensivo che c’è al mondo dicendo ai suoi giocatori, appunto, che non bisogna aver paura di perdere).

e poi, associazione di idee.
per diverso tempo ho chiesto a una psicologa di andare in terapia.
ho fato una fatica bestia ad ammettere che, forse forse, avevo bisogno di lei.
io avevo bisogno e lei, però, aveva altri impegni.
ci eravamo incontrati, le avevo parlato un’ora e poi un’altra ora, sempre in ufficio da me.
quando si è liberata da impegni mi ha telefonato e mi ha detto cominciamo?
le ho detto, quasi quasi no.
ci siamo visti una terza volta e io le ho detto di non avere più bisogno di lei.
ricordo che lei mi fa.
va bene, però ascolta.
tratta la tua vita come se fosse un libro, tratta i tuoi giorni come una pagina di un libro.
(e viceversa, no?
trattare un libro come la vita, mettercela dentra)

e buona domenica

PS.
Arriva qui un commento. Di un blog che non conoscevo, mai sentito prima.
Leggo un post.
Un giorno quando avrò più tempo.
Passo e rilancio la lettura.

7 pensieri su “giorni, come pagine di un libro

  1. Se non si é se stessi in cio’ che si scrive, se non si riesce ad esplodere con le proprie sensazioni… beh allora la riflessione sarebbe un’altra. Come pure le scelte sarebbero altre.
    Ti immagino immerso nel tuo bellissimo viaggio Remo.
    Un abbraccio
    Stefania

  2. magari monia (così rispondo anche a elena) si può vedere la prima pagina di un libro come qualcosa che nasce e l’ultima come qualcosa che muore, senza perdere di vista, quindi, né la trama della nostra vita né i particolari di ogni singola pagina.

  3. E poi, come fai a trattare la vita come le pagine dei tuoi libri? Per quanto tempo ci hai pensato? Un minuto e nella testa un’esplosione che come hai fatto a non pensarci prima, o un tarlo per giorni e giorni e mesi e anni?

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