stasera si fa la luna, disse

Sabato 10 maggio non sarò al Salone del libro e un po’ mi spiace.
Sarò a Borgolavezzaro, piccolo centro del novarese a presentare La donna che parlava con i morti.
Ho preso l’impegno, contento d’averlo preso: mi stanno bene le presentazioni dove si fa festa se ci son dieci persone.
Sabato 10 non sarò a Torino, quindi. Ci potessi andare, non perderei la presentazione del libro di Giorgio Bona, Chiedi alle nuvole chi sono, Besa editore.
(Ci sarà tra il pubblico, credo, una persona che vorrei salutare e ringraziare per una bella recensione sul mio ultimo libro).

Nell’altro blog, tempo fa, feci, tre, quattro volte, questo: prendevo dei libri a pagina 50 e copiavo, senza dire il nome dell’autore, alcune righe, sette, otto, dieci.
A volte non era pagina 50 ma 47 0 54: cercavo brani che non rendessero riconoscibile il libro.
Copiai e proposi anche un estratto del libro di Giorgio Bona, Erano voci, edizioni Il Molo.
Successero due cose.
La prima, Quel passaggio piacque più degli altri (e uno degli altri era Bukowskij) a chi lesse il post.
La seconda. In alcune librerie chiesero delle copie di un gran bel libro di Giorgio Bona, scritto qualche anno fa, Ciao Trotzkij, Besa editore.
Ora Bona esce con Chiedi alle nuvole chi sono.
Nella prefazione, scritta dall’autore, si legge.
Queste storie le ho portate con me per un lungo periodo, mi hanno fatto compagnia.

Si dà il caso che questo racconto sia anche un sogno. I luoghi della Val Susa in cui sono ambientati sono luoghi da sogno. Prima ancora di averli visti, li ho vissuti nei racconti di mia nonna e nei lunghi silenzi di mio padre.

L’incipit
Ero già a letto quando sentii il barba bestemmiare forte. Bestemmiava sempre forte quando faceva qualche considerazione a voce alta, bestemmiava e malediva il governo, anche se il governo non aveva da entrarci.
“Stasera si fa la luna” disse.