È da anni che vado a Orta. Orta, il suo lago con la sua isola. Orta e i suoi vicoli. Orta una sera d’inverno, deserta, senza turisti. Orta, città del poeta maledetto Ernesto Ragazzoni.
È finita. Il giornale è stampato,
la rotativa s’affretta,
me ne vado col bavero alzato,
dietro il fumo della sigaretta.
Quando ero piccolo i miei mi ci portavano poco, le nostre domeniche avevano altre destinazioni che prevedevano un picnic che odiavo (mi vergognavo a mangiare su un prato), ma da trent’anni a questa parte Orta e il suo lago sono una meta ricorrente. Specialmente quando non c’è turismo.
A Orta è ambientato il primo capitolo dell’ultimo libro scritto, La suora.
Un capitolo a cui tengo molto. Lo scrissi durante il primo lockdown, lo scrissi sognando di essere a Orta e di chiamarmi Romolo Strozzi. Volevo fuggire: dal lockdown e anche da me.
L’intervista è a cura di Rosangela Colombo. Che ringrazio per l’intervista.
Ne farà di altre, sempre sul suo canale instagram, roseange.eventi
Poi. Mentre scrivevo La suora sono andato a Orta, una volta. Stavo scrivendo il finale. Ci sono tornato per questa intervista, dopo mesi (maledetto lockdown).
Il video (20 minuti)