Nove anni fa lasciai la direzione del giornale La Sesia per candidarmi a sindaco (Sel più una lista Civica, Voce Libera. Era l’anno del Pd di Renzi, che infatti stravinse. Noi prendemmo il 6 per cento. Fu una bella esperienza; fu meno bella quella di consigliere e di assessore all’ambiente, che durò meno di due anni. Detto in soldoni… ci rimisi (per davvero) un bel po’ di quattrini ma non mi pento di quella scelta. Ritenevo e ritengo l’ambiente una priorità dimenticata di questo territorio. IL bello della diretta è questo: da assessore, il centrodestra mi attaccò per problemi ambientali vecchi, il centrosinistra non appoggiò alcune mie richieste (per l’ambiente non c’erano soldi, per concertini e sagre sì), e così salutai per tornare a scrivere libri e fare il giornalista. Avevo un sogno (ero il nostro slogan: abbiamo un sogno), quello di migliorare l’aria di Vercelli. Magari con un grande parco oppure con tanti piccoli parchi o aree verdi. Tutto sfumato, finito, dimenticato. E non è una questione di destra o sinistra. Destra e sinistra, ho imparato da quell’esperienza, usano l’ambiente per scannarsi a vicenda. Quelli che ci tengono davvero sono pochi pochi.