una bella espressione

Sono in quattro, ridono e scherzano e parlottano accanto al mio tavolino. Sono l’unico cliente, ho già consumato un caffè, poi un altro caffè, poi una bottiglietta d’acqua che ora sto bevendo mentre fumo la pipa.
Sto aspettando due amici, leggo: sono passato da Fante a Saramago ed è un po’ come passare dall’acqua fresca, che va giù liscia e ti disseta, a un buon bicchiere di vino, da gustare lentamente.
E’ metà pomeriggio in questo (bel) paese del Salento con una (bella piazza).
Ma ancora di vita ce n’è poca, quindi loro, le quattro cameriere, possono godersi ancora un po’ di tempo libero.
Una di loro a un tratto, mostrando il telefonino, dice, Leggete qua.
E fa vedere un sms.
E cosa fai non gli rispondi?, domanda una.
Macché, risponde lei.
Non paga, legge ad alta voce quel che le altre hanno già letto.
Una dichiarazione d’amore, legge.
Dice che c’è un errore, mentre legge, manca un apostrofo. Legge: più frasi.
Passo ad ammirati davanti al bar, quando lavori…
Lei ride, ride pure un’altra, ride pure una terza, mi guardano, io guardo la quarta: l’unica che non ride e fissa il vuoto.
Ha una bella espressione, lei.