La sociologia lo spiega bene che noi siam fatti male.
Ipotizziamo una bambina sul ciglio di una strada che chieda aiuto.
(E’ successo veramente un fatto analogo, anni, fa, in autostrada).
Supponiamo sia l’alba, e che la strada sia deserta.
Se passa un’auto, con una persona a bordo, quell’auto e quella persona, molto probabilmente, si fermeranno.
Supponiamo che la strada sia trafficata.
Succederà (è successo) che passino centinaia di auto e che nessuno si fermi.
Mi pare che sia lui, devo andare a vedere; mi pare che fu Giulio De Benedetti. Mi pare che fosse lui a dire che “un giornalista dovrebbe essere solo”.
io penso che anche uno scrittore.
Io penso che anche nella vita.
Ero ragazzo, con gli amici mi ritrovavo al bar.
Un giorno trovammo un cane. Aveva fame.
Proposi una colletta.
Ho un’immagine davanti agli occhi che non dimenticherò mai.
Un ragazzo, un bravo ragazzo, tira fuori dalla tasca qualcosa, Soldi di sicuro.
Mi fa anche un cenno, il bravo ragazzo, come a dire Ci sto.
Guarda il cane divertito, ma lo guarda anche con dolcezza.
Proprio in quel momento arriva un capobranco. Uno di noi, insomma. Brillante, litigioso (lo ero anche io), testa di minchia (forse anche io).
E dice, guardando il cane: Non ho soldi per me, figurati se ne ho per te.
Il bravo ragazzo che aveva tirato fuori una moneta per fare la colletta vidi che, in fretta, la ricacciò nella tasca quella moneta, e sorrise: sorrise a quella battuta del cazzo, fatta dal capobranco.
Facciamo ora come per i titoli di coda.
Trent’anni dopo.
Il capobranco, oggi, vive in mezzo ai cani. Allora non li sopportava. Vive inseguito dai creditori, non ha amici ma dice sempre che la figa e i soldi sono le cose più importanti della vita.
Anni fa organizzammo una colletta per lui.Il bravo ragazzo che si era ricacciato la moneta in tasca per il cane non ha partecipato.
Mica per problemi di branco o capobranco. Ma di moglie.