I sogni scappano

Ho sognato di parlare con una donna anziana, la notte scorsa.
La cosa strana è questa: io, ripensando al sogno, non so chi sia quella donna. Nel sogno, però, le parlavo come si parla a una persona che si conosce. E mi trovavo bene, a parlare con lei.

«Vedo che tuo figlio cresce, mi raccomando, lascialo andare…»
«Ci sto provando, ma è lui che…».
«No, non è lui, sei tu. Sei tu che fai in modo che lui rimanga attaccato ai tuoi calzoni…».
«Hai ragione…».
«E la casa?»

Qui mi interrompo. Nei miei sogni, da anni, c’è una casa che ricorre. Anni fa, era in un certo modo e in una certa zona, adesso è un’altra. È arredata, io nel sogno so che è mia e che ci vorrei vivere.

«Quando ti deciderai, mi offrirai del tè nero?»
«Certo tu un tè nero e io un caffè».
Ma, ho pensato nel sogno, non è quello che stiamo facendo adesso? Tu stai bevendo del tè nero, io del caffè. Ma non ho voluto dirle niente. Non potevo, di fronte al suo sorriso. Adesso, però, non ricordo il volto di quella donna. Ricordo la voce, calda, e la sensazione piacevole di parlare con lei.

Anni fa, quando studiavo psicologia all’università presi l’abitudine a scrivere i miei sogni in un bloc notes. Non so se ce l’ho ancora. Si dimenticano, i sogni.

A proposito di sogni e di racconti. A me non piace rileggere le cose che scrivo. Questa no, la rileggo sempre volentieri. Un sogno e… il caso:

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