ci sono la vita e la speranza
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un’altra estate
c’è l’angoscia di morte
dove anche l’alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
E’, tra le canzoni di De Andrè, quella che reggo meno. Mi ricorda lunghi pomeriggi di neve o nebbia, con mia madre. Lei che stira, o fa la maglia, e intanto mi dice che devo studiare e che non posso uscire perché prendo sempre note o brutti voti (andavo benissimo solo di storia, infatti). Era una madre sentinella, la mia cara mamma. Però mi concedeva un’ora di pausa (poi avrei continuato a fingere di studiare fino all’ora di cena): o la tv dei ragazzi, oppure un disco, mangiando magari pane e olio, o la Nutella, due tre volte l’anno. Spesso, ascoltavo De Andrè; mia madre preferiva Orietta Berti, ma non le spiaceva ascoltarlo.
Inverno e poi gennaio.
Ecco, questa invece, nella mia personale hit parade, la metto, di sicuro tra le prime dieci di De Andrè. Certo, tristissima anche questa, ma era anche un doveroso omaggio a Tenco.

P.S: a mia madre piacevano I Profeti e Mario Tessuto.
Mica voleva pensare tanto, lei.
Mio padre amava Lucio Dalla , Vasco Rossi e Paolo Conte. Diceva che dalla mia stanza pervenivano soltanto tristi lagne da cantare ai funerali.
Ho conservato una pagina del Corriere e della Stampa che davano notizia della morte di De Andrè e piansi, dieci anni fa. Ripromettendomi di andare a Staglieno. Piansi tuttavia anche alla morte di Lucio Battisti, così giovane. Pensando di andare prima o poi a Poggio Bustone. Se ne andavano due pezzi (grandi) della mia gioventù. Diversissimi eppure nel mio intimo, equivalenti Se con l’uno ho scoperto l’impegno, con l’altro, l’amore meno alato ma concreto. Un poeta vero il primo, un modesto cantore il secondo ma li ho amati di amore intenso ed uguale.
Credo farò scansione delle mie pagine di giornale, per il blog.
Fare una classifica è difficile.
Tre a caso, affini al mio carattere:
Ballata dell’amore cieco
La città vecchia
Amore che vieni, amore che vai
Ma quella che mi piace di più non te la dico, la metto sul blog, ma riguarda un certo Michè ed un chiodo.
Riguardo ai tempi d’oggi,la penso così:
Ein klein pinzimonie
wunder matrimonie
krauten und erbeeren
und patellen und arsellen
fishen Zanzibar
und einige krapfen
früer vor shlafen
und erwachen mit walzer
und Alka-Seltzer für
dimenticar
in via del campo ho visto le foto di Morena, il travestito a cui è dedicata Via del campo (quando De Andrè scrisse il testo non sapeva) e Via del campo è, come Preghiera in gennaio, tra le mie prime dieci.
Vado a memoria ma direi che
1. Giugno 1973 (… io dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati…)
2. Preghiera in gennaio (… perché non c’è l’inferno nel mondo del buon dio)
3. Via del campo
4. La canzone dell’amore perduto (e sarà la prima che incontri per strada che tu…)
5. La canzone del maggio
6. Il suonatore Jones
7. L’infanzia di Maria
8. Il sogno di Maria
9. Il testamento di Tito
10. Amico fragile
certo, vien voglia di scrivere ancora
certe canzoni sono poesia
e da certe poesie si possono fare canzoni
… è meglio che prenda un caffè
ciao remo :-)
Belle, belle. Però ognuno ha le sue: per mie “Via del Campo” per sempre…Ciao Remo.
anch’io in questo periodo sto ascoltando tanto de andre’, non basta ma aiuta.
tua madre che preferiva orietta berti è un mito :-)
Sì Remo, una delle più belle canzoni di De Andrè. E non poteva che essere dedicata a Tenco.