Non son sicuro sicuro, ma credo di aver visto piangere mio padre (solo un po’, solo due lacrime) quando avevo nove anni. Era morto suo padre, aveva ricevuto la telefonata da Cortona, si stava vestendo con l’abito della festa: avrebbe preso in fretta e furia il treno di terza classe per correre a salutare suo padre, per l’ultima volta.
Lo vidi piangere, insomma, ma per un attimo, perché ricordo che mi sorrise, anche.
Ho fatto dodici giorni in Salento e, tornando indietro, mi son fermato a Cortona, solo poche ore.
Mi han raccontato che mio padre, quando morì suo padre, fece ridere tutti.
Era noto a tutti che mio nonno avesse le tasche bucate, che non sapesse amministrare i soldi di famiglia (perdere una casa a carte non è da tutti).
Allora, mi hanno raccontato che appena fu sotterrato, mio padre, facendo ridere tutti, disse:
ora i soldi crescono anche a lui.
Morale della favola: Mica vero che son sempre troppo pochi i soldi.
L’unica volta che ho visto piangere l’uomo che dicono essere mio padre fu quando ha creduto per poche ore di aver perso dei soldi datigli in custodia dal suo datore di lavoro.
Altri motivi non gli sarebbero mancati, ma è sempre stato una persona sensible, lui.
Io odio i soldi. E averne bisogno.
Ho riso, mi sono commossa e ho pensato all’omino della mandragola delle leggende popolari. Bentornato, Remo.
Buon rientro, Remo.
Milvia
:-)
già
Due lacrime del genere valgono come mille delle altre.
;-)
mica vero…
ciao, remo, bentornato.
cri