se io fossi nato rom…

Volevo scrivere qualcosa sul tempo, su come ho imparato a rubare tempo al tempo, anni fa.
Propongo invece questo.
Se io fossi nato/ nata rom...
Si può dir di tutto:
anche sarebbero cavolacci tuoi.

Cose interessanti.
Don Bruno, il cappellano dei rom.
Vicende varie, sul blog Circolo Pasolini.
Testi scaricabili; tra questi c’è Zingari di merda.

Sabato 7, ore 15 e 3 minuti.
Se questa è l’aria che stiamo respirando dico che siamo messi proprio male-
Da leggere.

76 pensieri su “se io fossi nato rom…

  1. precisazione per la Pierangelini: da quel che scrivo non si evince nessun invito aad agire in modo disumano e omicida, ma siamo pazzi?! Semmai la tua faziosità è tale da leggere quel che non v’è scritto. Se c’è fanatismo non è dalla mia parte. Pericolose sono le idee estreme, come, anche, le tue. Le posizioni cariche di esaltazione, pro e/o contro. Non mi appartiene nulla di tal genere e mi pare estremamente chiaro.

  2. Quoto l’intervento di Elena:
    Sottolinerei il fatto che in Italia vivono circa 150.000 zingari, come dire un mignolo di zingaro per ogni italiano.
    E che l’”emergenza rom” mi ricorda tanto l’ondata di paura per l’aviaria, il problema mucca pazza, l’emergenza sars e l’allarme rosso terrorismo islamico. Allora, quanti sono i morti in Italia, sul suolo italiano, per aviaria, mucca pazza, sars e terrorismo islamico messi insieme? nessuno.
    (O forse mi pare di ricordare una ragazza che morì per il morbo della mucca pazza, ma che aveva vissuto per anni in Inghilterra).
    Però a milioni, negli ultimi anni, non abbiamo più mangiato pollo nè bistecche alla fiorentina, non siamo più andati in vacanza in Indonesia e abbiamo tremato a prendere un aereo. certo, ci sono stati attentati terroristici in giro per il mondo, per cui ora ogni volta che prendiamo un aereo dobbiamo toglierci le scarpe e buttare via la bottiglia di acqua minerale, ma se solo facessimo il punto sugli effetti pratici della paura del terrorismo sulla nostra vita a fronte dell’effettivo numero di vittime in tutto il mondo ci renderemmo conto di quanto ci facciamo prendere in giro.

    Vorrei sottolineare che di problemi seri in Italia ce ne sono, ma non se ne parla abbastanza (perche? che forse l’informazione evita alcuni temi a favore di altri?), tra cui:
    – MAFIE: il fatto che almeno 4 regioni italiane sono in mano alle mafie (secondo alcuni studi economici le mafie sono la principale industria italiana, parecchi punti del Pil…)
    – SALUTE\AMBIENTE: un italiano su 5 muore non di terrorismo, aids, mucche pazze, sars o aviarie, ma di inquinamento: http://ale1980italy.wordpress.com/2007/06/14/in-italia-1-morto-su-5-dovuto-allo-smog/

  3. Flavia: non ho fatto alcun casino, ti assicuro. E l’informazione pubblica da un pezzo non è più pubblica ma privata e pilotata. Forse, però, non te ne sei accorta. E cmq io non giustifico tutto, farai meglio a rileggere ciò che ho scritto. Ma non tutti gli zingari fanno i ladri, e qui sei tu facilona e demagoga almeno quanto la tivù e sei anche pericolosa col diffondere questa ‘verità’; proprio grazie a pensieri così, i pazzi vanno ad accendere roghi!

  4. @ilaria, la notizia è su repubblica di oggi, però sulla cronaca di torino (pag. V).
    c’è da dire che la questura nega tutto.
    d’altro canto l’almaterra ha chiesto che chi era presente su quel bus si faccia vivo per dare seguito alla cosa.

    personalmente già m’ero sconvolta alla notizia che in lombardia – non ricordo dove – dei proprietari di alloggi avevano assoldato dei vigilantes che controllassero i documenti dei propri inquilini immigrati. oltre che illegale, quello è il trionfo dell’ipocrisia: un proprietario non solo è tenuto a sapere chi si mette in casa, ma deve denunciarlo alla polizia (italiano o straniero che sia), sicché. troppo comodo affittare a uno che subaffitta ad altri venti, intascarsi il malloppo per anni e poi sbatter fuori i poveracci appena tira una brutta aria.
    parlo di una cosa che conosco, vivo in un quartiere in cui lo sfruttamento abitativo degli immigrati ha fruttato tanti bei soldini a tanti farabutti italiani.

  5. Se quello che ha postato Petarda è vero (non ne ho letto niente sul quotidiano che leggo, Repubblica), è un fatto inaccettabile che evoca cose orribili.

  6. se io fossi nata rom.

    se: solo due lettere. significa no.

    se io fossi nata rom certamente mi sentirei vittima di un grave stigma sociale. però non sono rom, sono italiana.
    se io fossi ma non sono. se…
    se fossi figlia di un cittadino italiano, disonesto, ladro, mafioso, speculatore ?
    oppure se io fossi figlia di una persona diversamente abile ?
    ancora se io fossi figlia di mussulmani e cercassi di integrarmi in un liceo italiano dove i miei compagni mi sghignazzano dietro e pochi di questi mi invitano ugualmente alle loro feste, come succede nella classe di mia figlia Giulia ?
    se io fossi una brava professionista che presta il suo operato presso un’agenzia nuova e che, per la prima volta in vita sua, a quarant’anni, ha avuto una crisi epilettica da stress in mezzo agli altri e si sente guardare diversamente da qualcuno ?

    potrei fare tanti altri esempi.

    se io fossi…
    se io fossi l’altra Cingolani, non la figlia di Angelo ma del fratello ?
    mi sarei vergognata di mio padre se fossi stata la figlia di mio zio! e non è un rom lui.
    al contrario sono orgogliosa di babbo Angelo, moltissimo, come le mie due cugine anche sono contente di aver avuto un grande zio, sebbene non parlino neppure più al loro padre.

    se tutti noi ci guardassimo meglio dentro e appena un palmo più in là dal naso, giusto poco poco intorno, ci sentiremmo un pò rom credo.

    le minoranze, i figli di un dio minore, gli additati son l’invenzione di chi non riesce a sentirsi abbastanza grande da solo o di chi, comunque, cerca conferme.

    credo di sentirmi molto rom alle volte, orgogliosamente anche.

    Paola Cingolani

    rossa

  7. sempre OT
    grazie remo, da mario, qui, pispa accenna nei commenti ad episodi analoghi nel milanese…

    invece OT, son d’accordissimo con te, quello di mettersi nei panni degli altri è un esercizio da praticare spesso per rendersi conto, come in questo caso, che non si è minimamente in grado di farlo. e allora, forse, le granitiche certezze iniziano a sgretolarsi. per fortuna.

  8. se fossi papa brucerei il vaticano affinché rifulga la luce di Cristo, ha detto Luisito Bianchi.
    se fossi è un esercizio molto semplice e utile, spesso.
    ha ragione solimano.
    non si riesce mai a mettersi nei panni degli altri.
    nessuno di noi mai capirà cosa vuol dire nascere rom.
    ma se dico Se fossi,se penso Se Fossi, faccio il primo passo.
    se fossi è un domandarsi, continuo.
    se fossi un anziano vorrei essere rispettato negli ospedali, non vorrei sentirmi dire Ciao nonno.
    se fossi rom, lo ripeto, vorrei che la gente, prima, sapesse.
    per esempio della vicenda umana di mariella mehr.
    se fossi come lei penso che potrei dire di aver già conosciuto l’infermo.
    Grazie Elena, grazie Alessio.
    E grazie Cinzia, abbiamo scritto insieme.

  9. @elena: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ognuno è la sua famiglia, la sua terra, la sua cultura. Può anche scrivere il suo bel temino su “se fossi…”, ma resta quel che è, per cui cerchi di vedere il problema dal *suo* punto di vista integrato da una buona informazione. Buona, ampia. Il buon lettore non parte mai da chi gli dà ragione.

    Quanto al terrorismo: non è necessario saltare prima in aria personalmente per sapere che c’è. Son fatti. Son dati alla mano. Ma siamo fuori tema. Restiamo al se fossi. Il più bravo resta L’Angiolieri. S’i fossi foco. E giù tutti a metterci chi più vorrebbe eliminare. Un bell’esercizio adolescenziale, ma dopo l’adolescenza…è patetico.
    Buon proseguimento, ragazzi.
    Ognuno cerca di rimpolpare la propria convinzione e l’esercizio, alla fin fine, si rivela sterile.

  10. E’ una generalizzazione forzata. Gli Italiani all’estero non sono considerati in tal modo. E’ vero che la fama di mafiosi ci precede, ma anche quella di creativi, capaci e di un Paese che dal secondo dopoguerra molto ha costruito, grazie alla sua tenacia … e agli aiuti americani e ad un partito comunista fortissimo e lungimirante, che ha molto ottenuto sul piano dei diritti dei lavoratoti, guardando a Mosca, ma svincolandosene a sufficienza e non mi riferisco a Berlinguer, parlo di Togliatti, così come lo descrive, assai bene e molto da vicino, Mieli.
    Riguardo agli zingari è chiaro che una società civile deve fornire il minimo indispensabile di base. Senza negare l’olocausto degli zingari.Ho una memoria storica che non vacilla facilmente. Guardando in faccia la realtà dei fatti attuali.E’ un contesto vario.Guai però a parlar di zingari abbinandoli a gay, ebrei e quant’altro rientri nei canoni nazisti della discriminazione. Si fa della pura demagogia.
    Quanto a chi crede d’avermi identificata come un esemplare di borghese che va a farsi spennare volontariamente :-) in un contesto poco consono alla sua componente sociale…si sbaglia di grosso. Scacco matto ( risibile, pensate agli operai che hanno votato Lega…e chiedetevi perché hanno mollato la sinistra dalla disperazione): mi mantengo da decenni, vivo in affitto, non ho l’auto, guadagno il giusto per la mia anzianità di servizio. E ho provato più simpatie per Grillo che per qualsiasi politico e per la stampa che fa da sospensorio alla politica. Simpatie che tuttavia non ho concretizzato nel non voto.E’ un diritto e un dovere e per le donne una conquista talmente recente che è una pena non averne rispetto.
    Non c’è retorica che mi coinvolga, non c’è etichetta che mi si possa appiccicare. Non c’è battaglia che mi veda acefala a manifestare sbraitando in prima fila, se non la dignità del mio Paese, in senso lato.
    Ah,solitamente non vado neppure in vacanza. Gite, brevi.
    Ho conosciuto Moresco: un gran scrittore, un linguaggio forbitissimo, una moralità penso specchiata. Gustosissimo quando parla di sé e della sua vita, d’una noia mortale nei suoi libri.Ma lo sai, penso, non amo l’ascetismo. Ha un suo bel mercato anche quello.

  11. Sottolinerei il fatto che in Italia vivono circa 150.000 zingari, come dire un mignolo di zingaro per ogni italiano.
    E che l'”emergenza rom” mi ricorda tanto l’ondata di paura per l’aviaria, il problema mucca pazza, l’emergenza sars e l’allarme rosso terrorismo islamico. Allora, quanti sono i morti in Italia, sul suolo italiano, per aviaria, mucca pazza, sars e terrorismo islamico messi insieme? nessuno.
    (O forse mi pare di ricordare una ragazza che morì per il morbo della mucca pazza, ma che aveva vissuto per anni in Inghilterra).
    Però a milioni, negli ultimi anni, non abbiamo più mangiato pollo nè bistecche alla fiorentina, non siamo più andati in vacanza in Indonesia e abbiamo tremato a prendere un aereo. certo, ci sono stati attentati terroristici in giro per il mondo, per cui ora ogni volta che prendiamo un aereo dobbiamo toglierci le scarpe e buttare via la bottiglia di acqua minerale, ma se solo facessimo il punto sugli effetti pratici della paura del terrorismo sulla nostra vita a fronte dell’effettivo numero di vittime in tutto il mondo ci renderemmo conto di quanto ci facciamo prendere in giro.
    @Flavia: dire che nascere in un luogo o in un altro è una questione pratica, anziché una casualità, mi sembra arrampicarsi sui vetri.

  12. se fossi nato rom sarei un essere umano. con la mia unicita’, la mia intelligenza, le mie passioni e i miei difetti.
    e il mio amore.
    e i miei sogni.

  13. quel che ho scritto l’ho visto coi miei occhi all’arrivore, una decina di anni fa, ero lì per intervistare, appunto dei ragazzi del campo. loro, e come loro altri, stavano facendo un corso per imparare un mestiere.
    lo specifico giusto per aggiungere un tassello e uscire un po’ dai soliti stereotipi.
    aggiungo anche che spesso all’estero gli zingari sono più integrati che in italia, basti pensare ai gitani spagnoli e alla tradizione flamenca portata avanti per lo più, appunto, da artisti di origini gitane.

    io però remo volevo chiederti di passare a leggere una roba da me o da mariobianco.

    ciau

  14. si parla di zingari ma prima forse è bene sapere certe cose.
    io dico sempre che bisogna dire le cose come stanno.
    non mi piacciono nemmeno certi luoghi comuni di certi salotti di sinistra, ché loro dei nomadi han solo letto nei libri.
    se una persona normale, un povero cristo, piange perché è stato vittima di furti messi a segno da zingari la cosa va detta, non va nascosta.
    ma il problema zingari va visto nella sua complessità.
    sono figli comunque di grandi repressioni, anche recenti.
    quelli che sono integrati non fanno notizia.
    quelli che non lo sono invece sì: sembra che siano diventati la sciagura della nazione.
    se io fossi nato rom vorrei che la gente conoscesse cosa abbiamo patito.

  15. “Mi hanno portata via da mia madre poco dopo la mia nascita (…) I primi sei mesi di vita, li ho passati in un centro pediatrico per ritardati mentali. Lì ho vissuto le prime torture psichiatriche di un bambino jenische (…) Quando per la prima volta ho chiesto al mio tutore, il dottor Siegfried, chi fossero i miei genitori, mi ha detto (…) tua madre è una puttana, tuo padre un asociale. E questo, me lo sono portato dietro per dieci anni. Finché ho capito il significato di quelle parole: i miei genitori erano zingari” Oggi Mariella Mehr, scrittrice jenische (una comunità gitana), vive in Italia. Da oltre venticinque anni consegna alla carta la memoria di quella comunità della Svizzera vittima, negli anni tra il 1926 e il 1972, di quella vera e propria caccia al nomade che fu l’operazione”Enfants de la grand-route” (Bambini della strada maestra). Come varie centinaia di altri figli di nomadi, Mariella era stata tolta di forza ai suoi genitori.
    per continuare a leggere:
    http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-1999/9910lm03.01.html

  16. di mariella mehr

    Per tutti i Rom, Sinti e Jenische,
    per tutte le ebree e gli ebrei,
    per gli uccisi di ieri e per quelli di domani.

    Non c’era mare ai nostri piedi,
    anzi, gli siamo
    sfuggiti a malapena,
    quando – le disgrazie, si dice, non vengono mai sole –
    il cielo d’acciaio ci incatenò il cuore.

    Abbiamo pianto invano le nostre madri
    davanti ai patiboli,
    e ricoperto i bambini morti con fiori di mandorlo
    per scaldarli nel sonno, il lungo sonno.

    Nelle notti nere ci disseminano
    per poi strappare noi posteri alla terra
    nelle prime ore del mattino.

    Ancora nel sonno ti cerco, erba selvatica e menta:
    chiuditi, occhio, ti dico,
    e che tu non debba mai vedere i loro volti,
    quando le mani diventano pietra.

    Per questo l’erba selvatica, la menta.
    Ti stanno leggere sulla fronte
    quando arrivano i mietitori.

    Autrice di numerosi romanzi, quattro raccolte di poesia e diverse opere teatrali, Mariella Mehr è nata a Zurigo nel 1947 da una famiglia zingara di ceppo Jenische. Vittima dell’operazione Kinder der Landstrasse (Bambini di strada) la Mehr – come molti altri figli del “popolo errante” – è stata tolta alla madre nella primissima infanzia, lasciata in custodia a famiglie affidatarie, orfanatrofi, istituti psichiatrici; ha subito violenze, elettroshock e a 18 anni, come era accaduto a sua madre, è stata sterilizzata e le hanno tolto il figlio. La Mehr, che dal 1996 vive in toscana, ha fatto della denuncia della persecuzione del suo popolo in Svizzera (un fenomeno di cui si sapeva pochissimo fino alla fine degli anni Ottanta) il centro della propria scrittura.

  17. no flavia non ti do ragione.
    dico che gli italiani all’estero son visti come vendiamo noi gli zingari, a volte.
    che si facendo di tutta l’erba un fascio.
    che ha ragione cinzia: facciamo prima in modo che abbiano una vita decorosa. qui dalle mie parti ci sono zingari (che non si offendono se li si chiama zingari) che fanno i burattinai e i giostrai.
    poi ce ne sono altri, a nord, che si sono arricchiti, hanno ville, un re, mandano i figli a scuola, e se si sono arricchiti lo debbbono al fatto che sono artigiani.
    poi ci sono campi nomadi dove sono intervenute le forze dell’ordine, perché hanno beccato ladri.
    ma è un mondo, quello dei nomadi, variegato, complesso, su cui oggi tutto si sa e sui oggi si fa a gara per dirne male.
    se è razzista dire se fossi nato rom, ebreo, zingaro, gay penso d’essere in buona compagnia…
    A volte si parla così per parlare.
    Han fatto bene Moresco ed Effigie ad uscire con il libro Zingari di merda.

  18. @remo: allora che fai? Mi dai ragione? Gli Italiani sarebbero, all’occasione, ladri ed avrebbero avuto ragione gli Svizzeri?
    E’ anche vero quel che dice, anche in modo estremamente colorito, mario bianco. Gli Italiani sono più classisti che razzisti. Odiano la povertà personale e temono quella altrui. Il guaio è che contemporaneamente, gli Italiani, speso amano anche i furbi, gli scansafatiche, coloro i quali amano l’illegalità e la fanno franca in vario modo. Dal grosso mascalzone a quello piccolo, che a qualcuno fa persino tenerezza. Tempi flaccidi, per la morale.

  19. @cinzia pierangelini: non mi pare che l’informazione pubblica affermi che le colpe del pessimo andamento del Paese sia da attribuire alla presenza degli zingari sul territorio e neppure attribuisce la busta paga bassa a loro :-) Semmai è possibile sposti, per quanto riguarda la tv, l’attenzione comune su problemi di poco conto e capri espiatori “facili”, questo sì. Sappiamo tutti che le ruberie cominciano altrove , in testa le Caste, compresa quella dell’informazione, ma giustificare tutto ( mi riferisco al comportamento spesso disonesto degli zingari) in nome della povertà mi pare una faciloneria etica pericolosissima. Ci sono tanti poveri onestissimi. Poveri con e senza busta paga. La giustificazione di uno stile di vita nei suoi aspetti peggiori è moralmente assurda. Hai fatto un gran pastrocchio di zingari, ponti, informazione e vacanze ad honolulu.

  20. il razzismo, come altre perversioni e storture della mente, nasce dal silenzio.
    non dal dialogo.

    quindi, finché se ne parla siamo un po’ più liberi, e forse li aiuta, aiuta chi è incasinato e vessato da chi vuole far tacere tutto.

  21. @elena: nascere in un luogo o in altro non un “puro caso”, è una banalissima questione pratica. Dipende da dove abitavano i tuoi procreatori al momento del fattaccio prima e della nascita poi, per cui non è casuale. E’ un’ovvietà scientifica. Di conseguenza,sostenere che nascere in un luogo o in un altro, in una forma o nell’altra è una questione casuale… è o puro esercizio retorico, o una forma di fanatismo sociologico :-) Buffo, sì.

  22. cinzia…
    non li avresti temuti…
    non più di certi “siciliani”…

    fortuna che c’è napolitano che ogni tanto mette le cose a posto… almeno teoricamente…

  23. già mariobianco
    devo non aver capito di sicuro
    mentre tu di certo hai capito ciò che ho scritto io.sarò stata io a spiegarmi male.
    allora te lo ripeto sono a contatto con realtà sociali invivibili in cui è assolutamente indifferente che quelli che vivono in quelle condizioni siano rom o tedeschi.

    quindi, me ne frego IN TOTO del casino che state mettendo in opera per i rom per il governo di destra o di sinistra o di centro

    esistono i poveri e i deboli
    ed esistono i ricchi e i forti.

    punto.
    anzi, aggiungo, qualcuno ha detto che questo topic rischia di essere razzista.
    è vero. dal punto di vista che ho sopra menzionato. verissimo.

  24. scusate le inesattezze grammaticali, of course. E volevo aggiungere che ‘dove’ si nasce, l’ambiente, ha un peso scientificamente provato nella propria evoluzione e anche nelle possibilità offerte dal destino, negarlo è assurdo. Mi pare.

  25. Non serve immedesimarsi? Come insegnante trovo invece sia utilissimo! Come si può avere una visione ‘non di parte’ senza essersi prima immedesimati? Flavia, non capisco. Equidistanza? da che? E come mai la tivù è riuscita a convincere la gente che se ci sono gli italiani poveri (tra cui io, con i miei 1200 euro di stipendio)e poverissimi è tutta colpa degli zingari? Ma non vedete quanto sia medievale questa tattica? quanto assomigli ai processi alle streghe (e agli zingari, eh sì… pure allora! e agli ebrei, anche loro dai tempi dei tempi)montati per distrarre la plebe dalla fame, dai veri ladri, dalla crisi.Io non voglio fare discorsi retorici, né appellarmi alla religione (sono atea)(sebbene Gesù goda di tutta la mia stima e soprattutto in quanto uomo). Sarà che qui gli zingari ci sono sempre stati (perdonatemi la parola zingari, così li chiamavamo senza usare particolare tatto, ma con più rispetto di adesso) e hanno colonizzato parti della città. Posti che facevano paura, certo e sapete perché? perché trasudavano povertà! la povertà spaventa e soprattutto chi ha roba sua. La povertà è un orribile spauracchio, un mostro e ci dice, ci sussurra, che porta a fare cose brutte. Lo dice alla nostra coscienza. Lo zingaro fa paura perché è povero, tutto qui. Tirarne fuori filosofie di vita mi pare sbagliato. Pretendere che condividano la nostra di ‘filosofia’ mi pare triste. Che modello offriamo? di gente che lagna perché paga le tasse, che abbandona i suoi vecchi e i suoi figli a ‘terzi’ che neanche stima! Che piange miseria e va in vacanza a honolulu. Che vota per dei ladri che avvelenano la terra, uccidono i giudici, derubano i pensionati. In cosa siamo meglio? Nel potere, tutto qui. Se il campo nomadi che temevo da ragazza, andando all’università, fosse stato pulito, se ci fossero stati lampioni e casette decenti, se avessero avuto l’acqua, gli zingari, per lavarsi e un lavoro, di quelli che piacciono a loro, all’aria aperta, che gli permettesse di sopravvivere li avrei temuti? No, non più di certi siciliani. Cosa è cambiato da allora? nulla. Guardiamo le statistiche, rileggiamo la storia con occhio ‘equidistante’, controlliamo la nostra busta paga al lordo e allora sì, vedremo chi davvero ruba!e uccide! e fa tanta tanta paura. Non è lo zingaro. Non è mai stato lo zingaro, la strega, l’ebreo, l’extracomunitario il vero colpevole. Vittime loro e noi, brava gente.(almeno io faccio parte della brava gente, di quella che lavora e considera ‘nuova’ la sua macchina di 10 anni). C’è bisogno di una soluzione? bene, che si trovi allora! E guarda che fanno i leghisti: s’incatenano! mentra in sicilia non si fa più la ferrovia ché i soldi servono per l’ici ma guarda un po’ si vuole fare un ponte che non serve a nulla. Apriamo gli occhi! guardiamo ‘oltre’ gli zingari. Oscuriamo ‘sto maledetto video che ci annebbia la mente, accidenti.

  26. ciao Remo, mi hai fatto venire in mente una cosa. un giorno mia mamma mi ha detto di aver visto una Rom identica a me. per un po’ ho pensato che avrei voluto capire cosa significhi esserlo. da un lato mi spaventava ma dall’altro intuivo una forma di libertà di pensiero che mi era (e mi è) del tutto estranea. non so.
    ti abbraccio
    E.

  27. se fossi flavia avrei solo certezze, non-visioni religiose della vita, granitici principi, vivrei assertivamente da dura e pura e sarei una bravissima maestrina. Invece sono io.

  28. Redpasion, mi sa che non hai capito:
    io non frequento nessun ricco, chissà perché, vedi un po’ tu…perchè sono i ricchi che mi scartano, forse, i ricchi, molti ricchi, se la menano solo tra di loro, in genere.
    L’Italia è un paese classista.

    Però, fuori in giro, per Torino,anche qui sotto, vedo passare, e tanti, certi macchinoni nuovi anche da 200.000€, certe bionde con dello sbèrluzzico addosso e abiti firmè che non ti dico, quelli poi che:
    “‘sti bastardi, sporcaccioni.. portano malattie, ladri, scansafatiche, come i marocchini i negri…et cetera”
    Quelli che poi, però se espellono i clandestini ci dispiace, in fondo, perchè a loro i clandestini ci fan comodo…li pagano in nero e poco, e quando non ne hanno più bisogno un calcio in culo e via:
    “Eccheccazzo! Anche la liquidazione adesso a questiquì…mavadavialcù..!”

  29. Per comprendere meglio, occorre uscire dal gioco (gioco è una parola serissima, coi giochi si capisce). Se tutti quelli che hanno scritto commenti riflettessero su quale era la loro posizione/convinzione al tempo della polemica sulla cura del cancro di Di Bella (la somostatina), bene, tutti capirebbero meglio il senso (o il non senso) di quello che hanno scritto (naturalmente me compreso).
    La morale di queste poche righe è semplice, chi vuole ci arriva, chi non vuole ci arriva lo stesso, ma farà finta di non arrivarci, perché l’irrazionalismo è un alibi troppo comodo. E’ proprio un alibi, che consente sempre di essere altrove, quando ci sarebbe bisogno di essere dove si è.
    Riguardo a “mettersi i panni” come dice Remo, non ci si può mettere i panni, la sofferenza -quella vera, non quella in conto terzi- ti arriva addosso e sei nudo, altro che panni propri o altrui.

    saludos
    Solimano

  30. Dove la vede Flaviablog la reincarnazione, la religione, e pure il fanatismo nel dire che è solo il caso a far sì che si un ovulo e uno spermatozoo lombardo si incontrino in una notte di giugno e diano forma ad una tale che nasce poi un mattino di marzo in una piccola località italiana anzichè un ovulo e uno spermatozoo etiopi si incontrino non so quando e non so dove e diano forma ad un’altra tale che nascerà in un posto un po’ più sfigato economicamente? Cosa c’è di più Casuale e pure di più scientifico? Non sto parlando di trasmigrazione delle anime dall’India alla Lombardia, né di religioni, e non porto acqua se non al mulino della realtà. La realtà che dice che nascere in un certo luogo in questo mondo è un puro caso.

  31. Se io fosse nato/a rom….nn ho idea cm continuare la tua frase.
    sento 1 pizzico di razzismo in qsto post…pazienza!!

  32. flavia,
    se per te non regge non so che farci. per me regge eccome.
    noi italiani eravamo i più casinari, quando si giocava a bowling.
    quando si andava a giocare a bowling vedevamo svizzeri, tedeschi, francesi lasciare il portafoglio nello spogliatoio.
    no, nei tornei in italia, ce lo nascondevamo nella borsa, a due metri.
    regge regge, il paragone.
    (c’era una vecchia battuta francese, sugli italiani. Gli italiani sono ladri? Buonaparte)

  33. Non è fortuna nascere in un posto o nell’altro, è una visione religiosa della vita.Fanatica, direi. Credere nella reincarnazione. Questo gioco ha un solo scopo, Remo. Portare acqua ad un mulino preciso.Ed io non porto acqua a nessun mulino politico, per ora.Non ora. Sto a guardare, d’altra parte lo fanno anche le stelle.
    Era una battuta, in merito a Lolli.
    Il portafogli mi è stato rubato alcune volte nella vita e forse una sola volta, presumibilmente, da zingari. Le altre no, da ladruncoli, da furbastri, da annoiati disonesti.
    Non regge il confronto con la Svizzera. No.
    Anche se gli Italiani all’estero pagano per altri Italiani all’estero che si son comportati in modo tale da creare lo stereotipo dell’italiano bastardo.
    Corvo Rosso, non avrai il mio scalpo.
    Anche io sono andata in Svizzera. Son stata benissimo. M’han venduto tanta cioccolata così.

  34. Se io fossi nata Rom, sarei nata Rom per caso. Così come per caso, invece, sono nata in Italia o un altro è nato in Finlandia, e un altro ancora in Canada.
    Così, se fossi nata in Etiopia ora farei la fame e peserei 45 chili, se fossi nata in Brasile, tra le favelas, forse sarei già morta perché avrei fatto una vita di merda o sarei già stravecchia, piena di rughe e con due incisivi in bocca, se fossi nata a Los Angeles magari starei pattinando tutta bella abbronzata sulla spiaggia di Venice o starei battendo come Pretty Woman in Rodeo Drive (e non incontrerei neanche Richard Gere), se fossi nata nello Utah starei seduta sotto il portico a guardare le anatre che volano nel tramonto, e se fossi nata a Calcutta ora starei sdraiata sulla mia fetta di marciapiede.
    Invece per caso sono capitata in Italia, sto da dio, scrivo commenti in un blog mangiando patatine, e mi posso pure spalmare la faccia di crema idratante all’acido ialuronico.
    Ho qualche cosa di cui andare fiera nella mia vita, ma non certo il fatto di essere italiana. Quello mi è solo capitato. Si può essere fieri di qualcosa che si è meritato, che si è conquistato con le proprie capacità, con il proprio lavoro, intelligenza, tenacia o abilità, ma non di qualcosa che è semplicemente capitato per caso.
    Non si può essere fieri di aver vinto all’Enalotto. Si è stati solo fortunati. Come si è stati solo fortunati a nascere nella metà ricca del mondo.

  35. flavia,
    le tue parole mi hann ricordato un episodio.
    ero a ginevra, per un torneo di bowling. parte svizzera.
    entrammo, io e altri in un locale, ci sorrisero.
    quando ci sentirono parlare si zittirono tutti.
    mi sentii molto italiano, molto albanese, molto zingaro, quando ci dissero che il locale era chiuso.
    mi sa che avevano paura: che rubassimo loro il portafoglio.

  36. Non sono stati servi della gleba,già. Neanche d’un datore di lavoro, d’un marito da accudire, d’una moglie da mantenere, di figli da mandare all’Università e via di seguito… tutti gli obblighi sociali grandi e piccoli della vita del travet. Che magari quando va in giro in camper si sente un po’ Rom. Come Cacciari che si sente ‘o sindaco de Rom ( e ben che fa, il progetto era già stato autorizzato, dura lex sed lex per chi è contrario :-).
    Ma…non era Alemann’o sindaco de Rom ? :-D

    Rispondendo alla Pasionaria Cinzia Pierangelini ( in merito alla causa dei Rom, non saprei intorno ad altre questioni) che non si sente italiana fino in fondo né ha mai avuto il coraggio di cambiare. E’ in buona compagnia. Migliaia, forse milioni di Italiani sognano un luogo diverso dove vivere e spesso anche a ragione. Un po’ perché in effetti c’è poco da essere orgogliosi d’essere il Paese di camorramafiandranghetasacracoronaunite, dei faccendieri, degli scandali sportivi, dei politici strapagati…un po’ perché l’Italiano è stato, grazie al Ventennio, talmente orgoglioso d’essere un discendente delli Romani Antichi che l’aver scoperto, con il misero crollo delle speranze autarchiche, di essere veramente mal ridotto…ha perso stima di sé e del suo Paese, così che sogna l’Eldorado, l’Isola che non c’è e la vede ovunque, tranne a casa sua. Da un Paese di ridicoli imperialisti colonialisti di sabbia a un Paese di esterofili.
    Io sono italiana. Permeata, che mi piaccia o no.
    E forse bisogna fare come facevano li Romani Antichi, che buttavano la buccia e …mangiavano li fichi…ed essere orgogliosi dei nostri servi della gleba, che han lavorato duramente per trasformare un Paese di sassi e mare in qualcosa di meglio dell’Albania. Preferisco avere per antenati dei servi della zolla, nel mio caso specifico ( e allontanandoci dal medioevo) proletariato urbano che felici antenati di Claudio Lolli. Li ha visti felici, perché gli avevano appena fregato il portafogli.

  37. se fossi rom
    adesso sarei proprio stufo,
    e mi metterei a rubare a ‘sti bei tipi di italiani che vanno in giro con dei suv che fanno schifo e a ‘ste donne che spenzolano oro di qua e di là, che si ficcano addosso della roba da 10000 €, e si lamentano,
    tanto loro ne hanno già troppi di soldi
    e hanno pure le ville,
    noi no,
    noi abbiamo dei campi impantanati di merda,
    e non siamo assicurati contro niente
    neanche contro i fasci

  38. Remo…
    è un dato che se non hai una dimora fissa ed un lavoro, commetti dei reati.

    E’ un dato processuale, tra l’altro, inconfutabile.

    Vale per tutti coloro che si trovano in quelle condizioni. E l’illegalità, da qualsiasi parte stia, non può trovare giustificazioni.

    Se fossi rom, sarei disperata. Non so se potrei sopravvivere.

  39. Forse sarei una ladruncola o forse sarei l’onestà in persona. Probabilmente avrei un marito e già tanti figli. Sicuramente sarei spaventata e triste.

  40. se fossi nata rom non capirei perchè mi trattano come una merda anche quando sono gentile educata e pago le cose che voglio.
    e allora penserei che non ne vale la pena, e che se questi pensano che io sia cattiva lo faccio, e così contenti tutti.
    e poi vuoi mettere fregare ‘sti stronzi?

  41. La cosa dev’essere reciproca. Chiedi ad una Rom di mettersi nei *miei* panni. Non le sarebbe possibile. Esperienze diverse. Gioie e sofferenze differenti. La politica non è demagogia. Immedesimarsi non è un esercizio pedagogico utile. Semmai è utile il suo opposto: l’equidistanza. L’obiettività da cui puntare lo sguardo. Non appartiene a buona parte del giornalismo. Ecco un buon motivo per *non* fare il giornalista, ma lo scrittore. Semmai. Odioso,se si rifiuta di esser di parte. Intanto ti ci collocano gli altri.Da una parte qualsiasi. E’ meglio stare dalla propria, allora, che perlomeno si conosce bene. E non basta farsi invitare in un campo nomadi e condividere il pane per un po’. E’ come andare in vacanza in un posto qualsiasi. Non se ne percepisce l’essenza. E si fa, appunto, una vacanza dalla propria vita. Ricordo una canzone: faceva …” ho visto degli Zingari felici…!”. Sì, l’idea di libertà di cui sembrano godere ad alcuni, a livello inconscio, piace. Idealizzano. Sentono violini tzigani. Accompagnami tu, o violino tzigano, forse pensi anche tu a un amore laggiù, ormai troppo lontano. Chimere. Balle:-)
    Balle tzigane.

  42. Flavia, io sono nata italiana eppure non mi sento totalmente permeata ma non ho neanche avuto il coraggio di ribellarmi. C’è una via di mezzo, la più comune tra l’altro fra le scelte.

  43. No Flavia, psicologica, una visione (anche) psicologica della vita.
    Facile dire Mettersi nei panni, più difficile mettersi i panni (Bion).
    Se non ci si mette nei panni della sofferenza, addio.
    E’ un punto di partenza: per osservare, cercare di capire.

  44. Pardon, se fossi…casetta…
    se fossi nata rom mi soffermerei quando scrivo.
    Doriana

  45. Quest’inizio: “se fossi nato Rom” prevede una visione religiosa della vita.La convinzione ( la consapevolezza non credo, considerato che tu elogi il dubbio …:-)che esista un’anima, che può incarnarsi in un luogo o in un altro, in un essere o in un altro… Di conseguenza, fa sembrare come se fosse quasi una botta di c…nascere in una famiglia o in un certo Paeseo in un altro. Sono agnostica. Forse che sì, forse che no, forse un Dio c’è o forse no. O ce n’è più di uno. O il Primo Motore sta a contemplare sé stesso ed è indifferente all’umana tragedia. Allora non mi è possibile partecipare al gioco, perché sono figlia del mio patrimonio genetico, della mia Terra, non mi è possibile immaginarmi un’altra cosa. Mi pare un esercizio retorico. Non posso chiudere gli occhi e vedermi in altri panni. Non fa parte della mia formazione ideologica. Ovviamente, se fossi da sempre Rom…i casi sono due: o sarei totalmente permeata della mia cultura e della mentalità, che mi è stata veicolata dall’esempio di vita del mio contesto, o sarei ribelle ed avrei scelto di andarmene. Non c’è un’alternativa razionale. E’ come dire ad un bambino inappetente: pensa se tu fossi un bimbo africano di un luogo senza cibo! A che servirebbe? A creare un senso di colpa ? :-) E’ una stupidaggine. Ognuno può essere solamente “quel che è”, per parafrasare Moravia de “Il mondo è quello che è”. Non ci si può immedesimare in ciò di cui non si ha esperienza diretta. Si può osservare da fuori e provare o meno un’empatia dettata dalle convinzioni ideologiche, che sostanzialmente è d’ideologia che si tratta, a volte, sia a difendere i Rom sia a dar loro contro. Questo è triste. Se Destra dice “a”, sinistra deve dir “b” e viceversa, perché la gente ha bisogno di battaglie e schieramenti e giocar con i soldatini dell’illusione.Tranne chi invece deve, per mestiere, schierarsi per forza, perché rende. Essere amico e nemico di tutti è un esercizio alla Montanelli. Non riesce mica a tutti.
    Non amo il prossimo mio come me stessa, perché starebbe fresco il tapino, perché sono talmente intransigente che mi chiederebbe presto di farmi i c…miei.
    Scherzi a parte. Il problema è che ognuno veda la situazione dal *suo* posto ( punto di vista, raggio d’azione, ecc.) e stando al suo posto, che è meglio ( come direbbe Puffo Quattrocchi).

  46. grazie morgan.
    grazie e bel blog, il tuo, rouge (ma voglio rivederlo).
    grazie e un abbraccio, ginni e doriana

  47. Se fosse nata rom, avrei le mani piene di monetine, ora sarei sulla strada perché il fiume ha dato di matto e qualcuno ha pensato di cacciarmi dalla mia cassettina fumante. Odorerei di fumo acre, mangerei tanti biscottini tutti uguali. Pregherei per la mia casettina , che l’acqua non me la porti via. Se fosse nata rom, sarei in un parco con la mia numerosa famiglia a cuocere un maiale, mi nasconderei tra gli alberi per spiare la gente che indaffarata non ha più tempo di guardarsi attorno, poi danzerei scalza sull’erba, se fossi nata rom, sarei vestita di tante tinte forti, credo.
    Doriana

  48. Se fossi nata rom non starei tanto a osservare le vite degli “altri”. E l’odore che li fa indietreggiare per me sarebbe un profumo soavissimo.

  49. Se io fossi nato rom ripenserei all’infanzia trascorsa tra un campo e l’altro, ai giochi semplici con gli amici, al sapore che avevano i piatti cucinati da madri e sorelle.
    Ripenserei alle serate sotto le stelle ad ascoltare i racconti dei vecchi e ai balli attorno ai fuochi nelle notti di festa.
    Rimpiangerei quella prima volta in cui lei mi concesse un bacio, al gusto acerbo delle sue labbra e al mio imbarazzo di inesperto. Le passeggiate serali a parlar di futuro e vita, dove tutto è possibile e sperarlo fa bene all’anima.
    Se io fossi nato rom mangerei, berrei, amerei, vivrei, al meglio che mi è concesso, a volte forse mi chiederei cosa pensa di me tutta la gente che mi incontra, ma non sarebbe poi un pensiero così importante. Se io fossi nato rom non vorrei essere nient’altro che un rom.

  50. Se io fossi nato Rom, probabilmente ora non avrei internet, non saprei cosa è un blog, guarderei mio padre e suo padre come esempi di vita. Avrei già imparato a sopravvivere, a chiedere l’elemosina e a fare qualche furto.
    Avrei dentro di me una domanda: – Perché sgomberano il nostro campo, che cosa abbiamo fatto di male? -.
    E non avrei risposte. Forse.

  51. se io fossi nato rom mi verrebbe da chiedervi se sapete immaginarvi allo specchio, quando, voi normali, camminate.
    dite che le nostri madri lancino il malocchio.
    guardate il vostro sguardo, mentre ci guardate: è peggio del malocchio, ci dice, il vostro sguardo, che ci disprezzate.
    a noi, da piccoli, hanno isnegnato a rubare, e a volte rubiamo, certo.
    a voi, da piccoli, hanno insegnato a disprezzarci, anche se non rubiamo.

  52. se fossi nata rom vorrei stare in pace a vivere da rom che è la mia vita, dritta o storta che sia e vorrei che mi si puntasse l’indice contro solo quando ‘davvero’ ho infranto la legge. Vorrei poter scegliere qualcosa che mi permetta di scegliere se ne ho voglia, avere una possibilità oltre a elemosinare. Se fossi nata rom vedrei odio e paura negli occhi della gente e con le stesse ‘qualità’ negli occhi, specchio riflettente, girerei il mondo. Se fossi nata rom sarei rom e questo basterebbe, direbbe la mia casa, la mia gente, la mia cultura, le mie sensazioni, la mia strada.Il destino. Se fossi nata rom… ma ho avuto un culo pazzesco, invece.

  53. se fossi nato rom, vivrei in un campo ai margini di torino, in una vecchia roulotte. sul pavimento ci sarebbero dei tappeti, e un fornelletto a gas. poi, un enorme lettone. abiterei lì con due fratelli, una sorella, e la nostra nonna, che è obesa, coi capelli tinti di nero, e passa la giornata sul letto, tutta vestita variopinta, ride e qualche volta fa dei grandi rutti.
    avrei gli occhi scuri e liquidi e i capelli castani, oppure occhi e capelli molto scuri, come la pelle, e le occhiaie profonde, anche se non so che vuol dire indoeuropeo.
    mi guadagnerei da vivere svuotando cantine col mio furgone, insieme ai miei fratelli.
    oppure potrei decidere, un giorno, di frequentare un corso per diventare vivaista. qualcosa del genere c’è, in città, anche per noi rom. forse, una volta trovato un lavoro, potrei anche smettere di vivere al campo e trovare un alloggio. forse. o forse no.
    a chi mi chiedesse perché rimango qui, risponderei che forse altrove è peggio. o forse no.

  54. Se io fossi nato rom, non credo che starei qui a scrivere questo commento.
    Se fossi nata rom…, lo stesso.

    E poi se io fossi nato o nata rom, vorrei non trovarmi a Ponticelli, e nemmeno in Italia, in questo momento. Però desidererei tornare quando le acque si saranno calmate, perché lo saprei, se fossi nato/a rom che le acque prima o poi si calmano, e poi torna la tempesta e la calam e la tempesta… Dipende da come tira il vento e a volte anche dal prezzo del pane e del petrolio.

  55. se io fossi nato rom, ma di quelli poveri, che chiedono elemosine e rubano borsette, penso che mi porrei delle domande.
    come sono le vostre ferie, di cui parlate tanto?
    e come mai avete paura che i vostri figli si droghino?, non sanno quanto è buono il vino e quanto è buona la birra?
    e quando parlate di noi, perché di noi parlate tanto, vi sento quando entro nei bar o vado al supermercato, voi, di noi, che ne sapete veramente?
    (anche io non so produrre più di tanto).
    grazie a tutti

  56. Se fossi nato Rom….
    bhè io sono nato, è già tanto sapete, e ringrazio Iddio d’esserci (si dice così no?). Anche se poi non capisco perchè la gente da connotazioni “colorate” a quelli come me. Non mi piace sinceramente quando mi guardano con occhi di disprezzo e pietà, ma poi se chiedo aiuto nemmeno un euro mi danno. Hanno paura di quelli come noi, paura di cosa? Che ci mettiamo a fregargli lo stereo della macchina? Come se per essere delinquente uno avesse bisogno di una particolare “nazionalità”. Mi risulta che pure gli italiani si impegnino in questo. Eccome…
    Ho cominciato a lavorare da poco, e sono venuto nella vostra terra non per “rubarvi” lavoro, bambini, o gioielli…Sono venuto nella vostra terra per campare onestamente, come facevate voi anni ed anni fa, quando partivate con in tasca solo poche lire, e ve ne andavate all’estero. Ma qui in Italia, i miei datori mi tengono a nero, e la paga è da fame. E se provo a lamentarmi, mi minacciano anche, perchè quelli come me, a detta loro hanno sempre qualcosa da farsi perdonare dalla giustizia.Se mi ribello, non mangio. Ebbene, io sono nato Rom, ma sono esattamente come voi, come te che leggi. Non voglio nulla di più, solo una possibilità…
    Mi chiedo se fossimo tutti uguali, dove sarebbe il bello? Forse noi abbiamo da imparare da voi su molte cose, ma pure voi italiani, voi amici e fratelli italiani, dovete ancora fare i conti con il male peggiore di tutti i tempi: il pregiudizio.
    Firmato un Rom Incaxxato.

    (ecco fatto…c’ho provato anche io)

  57. caro remo,
    sarebbe bello che tu dessi l’inzio di un racconto e chi partecipa va avanti su quello che ha scritto il precedente. Alla fine si vede che cosa è venuto fuori.
    Non è un suggerimento perchè non ne hai bisogno. Prendila come una mia curiosità
    giorgio

  58. se fossi nata rom oggi mi avrebbero schedata nel campo nomadi di via Impastato.
    ma anche se fossi nata italiana, pare.

  59. Eh, se fossi nata rom adesso sarei un po’ più al freddo e all’umido di ora (qui piove ancora), non sarei così pulita e non avrei appena mangiato del latte caldo con i biscotti. E non starei qui a immaginarmi di essere un’altra. Invece di preoccuparmi per gli ultimi giorni di scuola dei miei figli, li vedrei uscire senza nemmeno sapere dove vanno. O forse lo saprei bene e mi andrebbe bene così.
    Se fossi nata rom, avrei due possibilità soltanto: o guardarmi intorno e vedere che altri stanno apparentemente meglio di me, hanno una casa e un lavoro fisso e onesto e pensare che magari anche a me piacerebbe così e che non voglio rimanere tutta la vita in mezzo agli stracci; oppure guardarmi intorno e pensare che sto meglio io, coi vestiti così così, con i soldi che arrivano da chissà dove, con le mie catenelle d’oro e i miei sandali sfondati e la gente che gira al largo quando passo per strada, e la paura che, quando arrivano i carabinieri, arrivino per qualcosa di brutto.
    Se fossi nata rom, sarei costretta a mandare mio figlio a scuola, e verrei chiamata ogni due per tre perché mio figlio a scuola non ci è andato, oppure non ha portato i libri che io non gli ho comprato, e guarderei quelle belle professoresse tutte profumate che parlano e parlano di come deve essere la mia vita e quella di mio figlio, e le compiangerei molto, tutte chiuse nelle loro gabbie di onestà e correttezza, e poi uscirei e continuerei a vivere la mia vita così come mi va, perché nessuno può costringermi o mettermi in gabbia.
    E forse sarei contenta così.

  60. Continuerei a vivere così come sarei: dopotutto nero, bianco, rom, non-rom, italiano, americano, russo, dell’est, dell’ovest, del sud, del nord… siamo esseri umani con le nostre fragilità e le nostre forse, con un carattere, con un destino e una vita… anche da sognare.
    Rino, italiano per caso.

  61. lo rimarrei per tutta la vita, come se fossi nato bengalese o dello utah (uthano o uthese?).

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