Forse ho un’idea molto romantica degli zingari.
Ieri mattina ce n’era una, di zingara, faceva freddo e lei, seduta per terra, a pochi centimetri dalla neve, suonava divinamente una fisarmonica.
Aveva però una sciarpa che le proteggeva il viso.
Le ho dato tutta la moneta che avevo, penso un paio di euro, non so nemmeno se mi ha sorriso. Ma posso immaginarlo.
Quando ero piccolo mia madre diceva che era un senza famiglia, uno zingaro.
Forze è vero.
Rubano, dicono bugie, sono sporchi e fetenti, già.
Anni fa presero dei bimbi zingari, alcune educatrici. C’era un progetto comunale non-mi-ricordo. So che si stupirono, però, queste educatrici. Non avevano letto né Marx né il Vangelo (che è un gran testo comunista) ma, videro le educatrici, questi bambini dividevano tutto.
Ecco, io non ho il senso del possesso.
Anni fa, tanti anni fa (primo matrimonio) comperai una casa. Che aveva una particolarità: era in uno stabile dove vivevano altre famiglie ed aveva un giardino, ma che era solo mio.
Mi sentivo, diciamo, a disagio.
Fosse dipeso solo da me avrei detto agli altri, Usatelo tanto è grande (era grande, sui 200 metri quadri).
Fui dissuaso dal farlo e non lo feci.
Un paio di anni dopo un mio vicino di casa uccise un topo che era grande come un gatto o forse più: lo videro che, con una pala, lo lanciava nel giardino.
Dissi, Cosa, nel “mio” giardino?
Ho però un forte senso di possesso. I libri.
Non li voglio in comproprietà nessuno, mogli, figli, padri, amici. O sono miei, i libri, oppure niente.
Il tempo passa, si invecchia quando si ha trent’anni, si invecchia un po’ di più sui quaranta, a cinquanta il tempo vola e ci si interroga sul tempo che vola.
E ci si chiede: son sempre io?
A volte, spesso, dico sì.
Stanotte ho detto no.
I libri. Negli ultimi anni troppi traslochi.
Sono lontani io tempi in cui sapevo, nelle diverse librerie, dov’era questo o quello.
Ho libri dappertutto, ora, anche prestati a non so chi anche in cantina.
E soprattutto ho perso un po’ il senso di possesso.
(Quando troverò qualche giorno per catalogarli – si ma come? – e riordinarli?).
Ecco, sui libri mi sono sempre vantato di non essere zingaro.
Sono una proprietà privata, che va difesa.
Che andrebbe.
Buona giornata e, come al solito, scusate per questi pensieri in libertà ma stanotte pensavo fosse presto: e invece il primo sbadiglio è arrivato alle 6.
Stavo leggendo un buon libro ambientato a Marsiglia (di cui ora non ricordo né il titolo né il nome dell’autore; sento però un profondo senso di rincoglionimento).
Due luoghi comuni a confronto : zingari angelicati da una parte e “zingheri” rubabambini dall’altra. L’opinione pubblica pare spaccata a metà. Pare, leggendo, in realtà non è così.
E’ invece il buon senso ad essere spaccato a metà, fatto a brandelli e buttato via. Su questo argomento come su altri.
Ci saranno zingari onesti più o meno in pace con se stessi e felici delle loro condizioni e scelte di vita ed altri che fanno i ricettatori e gli spacciatori e sono un bel peso per una comunità a cui non appartengono.
Non rappresentano un male sociale, ma neppure un’isola ideale in cui rifugiarsi mentalmente ( comprando però le case con giardino privato).
Non sopporto la retorica.
Mi fa venire l’orticaria come Claudio Lolli ( ma è ancora vivo?)
nella valle non ci sono campi rom..gli zingheri..(qui li chiamano così ) arrivano con il bus da firenze.. di lunedì..giorno di mercato, con uno zoccolo e una ciabatta, con bambini biondi bellissimi che hanno visi sporchi e occhi color del cielo. piangono quelle creature nel vociferare del mercato.. da bambina mia nonna quando mi portava al mercato, mi stringeva forte la mano…stai qui …diceva ..che ti pigliano gli zingheri…guardavo quelle strane figure e mi chiedevo se quei bambini fossero stati presi in qualche altro mercato …
Sui Libri non posso che condividire, sono un TOSSICO DI LIBRI…. (anzi Remo mi hai fatto venire in mente alcuni Libri prestati a mia sorella che devo andare a recuperare)… Izzo è un Maestro e sugli zingari ripropongo
HO VISTO ANCHE GLI ZINGARI FELICI
DI CLAUDIO LOLLI
E’ vero che dalla finestra non riusciamo a vedere la luce perchè la notte vince sempre sul giorno e la notte sangue non ne produce.E’ vero che la nostra aria diventa sempre più ragazzina e si fa correre dietro lungo strade senza uscita.E’ vero che non riusciamo a parlare e che parliamo sempre troppo.
E’ vero,sputiamo per terra quando vediamo passare un gobbo,un tredici o un ubriaco.
O quando non vogliamo incrinare il meraviglioso equilibrio di un odiosità senza fine di una felicità senza il peggio.
E’ vero che non vogliamo pagare la colpa di non avere colpe e che preferiamo morire.
Piuttosto che abbassare la faccia,è vero,cerchiamo l’amore sempre nelle braccia sbagliata.
E’ vero che non vogliamo cambiare il nostro inverno in estate,è vero che i poeti ci fanno paura.Perchè i poeti accarezzano troppo le gobbe,amano l’odore delle amarmi,odiano la fine della giornata.Perchè i poeti aprano sempre la loro finestra anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata.
E’ vero che non ci capiamo,che non parliamo mai in due la stessa lingua.
E abbiamo paura del buio e anche della luce,è vero,che abbiamo tanto da fare che non facciamo mai niente.
E’ vero che spesso la strada sembra un inferno,una voce in cui non riusciamo a stare insieme,dove non riconosciamo mai i nostri fratelli.E’ vero che beviamo il sangue dei nostri padri e odiamo tutte le nostre donne e tutti i nostri amici.
Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro,far l’amore e rotolarsi per terra.Ho visto anche degli zingari felici in piazza Maggiore a ubriacarsi di luna,di vendetta e di guerra.
ABBRACCISSIMO
davide
Su Marsiglia e il Mediterraneo: J.Claude Izzo
Aglio,menta e basilico
( Marsiglia,il noir e il Mediterraneo)
edizioni e/o
ma i rom ‘fighi’ li incontri tutti tu?
Remo, ti consiglio: autore – titolo.
le antologie all’inizio, solo per titolo.
ciao!
e.
è scritto bene (è il migliore) l’ultimo libro di elisabetta bucciarelli, infatti.
Nero Marsiglia, invece.
l’ho preso per un particolare (mi succede spesso; per esempio mi succede spesso di non prendere libri dove leggo capolavoro, o il grande, o il più…).
il particolare è stata una dedica dell’autore (vado a memoria).
a jean-claude Izzo, steso da sue stecche di sigarette allo stomaco.
poi ho letto che l’autore è stato un detenuto, e che i suoi libri li detta.
sembrano dettati, infatti.
senbra un radio dramma, Nero Marsiglia.
Il titolo mi ricorda il sapone liquido per lavare i capi neri, però mi piace molto. Essenziale.
Sto finendo un giallo de la buccia. Bello. Questa ragazza elisabetta non mette una parola di troppo ma neppure una di meno:-) Perfetta.
grazie a tutti-
il libro su marsiglia è Nero Marsiglia (sono a metà e fino a ora il giudizio è positivo; un noir, però, va giudicato con il finale incorporato)
http://www.meridianozero.it/cat/fregni2.htm
Sono possessiva.
Sono gelosa.
Marco il territorio.
Non mi entra in testa alcuna struttura tribale.
Sono una stirneriana moderata.
Credo che tra le due retoriche opposte ( troppo amore e troppo odio per chiunque e qualsiasi cosa) ci sia di mezzo il buon senso. In alcuni casi, e in altri semplicemente la politica. Con le sue belle convenienze.
Poi ce lo dici il libro di Marsiglia?
Sono qui che aspetto.
A Marsiglia ci sono stato la prima volta a sedici anni e mi è rimasta nella pelle; allora sapeva davvero di mala, angiporto, macchine che sfumavano velocissime nella notte, banchetti sulla Canebière messi su a mezzanotte da dei neri, il primo ristorante cinese mai visto in vita mia.
Poi, qualche anno fa, avevo un mal di stomaco boia per aver bevuto mezza birra gelata au Bar de la gare di Aix en Provence, e ho ritrovato il cino di quarant’anni prima.
Siamo entrati, era au premier etage, e una vecchia cinse a cui confidai il mio disturbo mi servì ‘na zuppa bestiale bollente piccante che mi mise a posto, mi guarì completamente.
Amo Marsiglia.
la tua vocazione alla scrittura è ammirevole.
è come se tu pensassi con il metodo della scrittura.
e ancora più ammirevole è che effettivamante hai sempre qualcosa di importante da dire
amalteo.splinder.com
E i froci? Le lesbiche e i froci? E i marocchini? E i marocchini magari anche froci?
Al rogo, al rogo!
Se posso, segnalo due libri:
sui rom: Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli (http://sonnenbarke.splinder.com/post/18017810/Non+chiamarmi+zingaro)
sui vecchi e il loro sterminio: La morte moderna di Carl-Henning Wijmark, che non ho ancora letto (http://www.iperborea.com/web/libri/0165.htm), al link segnalato si possono anche leggere le prime pagine.
Il senso di possesso è cosa strana, che segue strade e processi suoi. Morena ha detto una cosa interessante.
La cosa più strana è il senso di possesso per le persone…
secondo me i vecchi sono peggio dei rom. vanno assistiti, mangiano, dormono e gli devi anche pulire il culo. io li sterminerei quando hanno 30 anni
Noo, la colpa è dei cinesi!! “Che c’hanno tanti di quei soldi che comprano gli appartamneti in contanti, che io per compare una macchina così c’ho messo una vita! E poi mangiano i gatti, si sa. ”
Evviva il belpaese.
Voglio scappare.
Ti sei accorto, vero, che nel tuo nome vi è il Popolo Rom?
—
Il tuo stesso tipo di possesso lo esercito possessivamente nei miei dischi, i vecchi, incelofantati vinili.
sono la sciagura d’italia, i rom.
corruzione, droga (soprattutto la coca), prostituzione, morti sul lavoro.
anche la crisi: accidenti a loro.
è tutta colpa loro, cazzo.
marchiamoli.
e poi la fanno franca: ricchi come sono possono permettersi i migliori avvocati.
“sento però un profondo senso di rincoglionimento”……pleonastica precisazione dopo lo sproloquio che la precede :-).
gli zingari fanno notizia perché sono “diversi” da noi. proprio stamattina a roma, due famiglie rom erano a processo per una rissa. sono fioccate condanne ma con la consueta scarcerazione. fuori del tribunale si sono scazzotate e bastonate un’altra volta e sono scattate le manette.
domani saranno ancora liberi e (forse) prenderanno in esame l’ipotesi di prendersi a calci e coltellate dove non li vede nessuno. come fanno tutti i giorni tanti italiani “normali”.
il senso del possesso è cosa assai strana. penso che si abbia solo con le cose che amiamo molto, oppure con quelle che identifichiamo con ciò che siamo.
sempre belli i pensieri in libertà. perché tenerli legati?