Non dimenticare il lettore. Non il lettore massa da accudire nel suo legittimo bisogno di qualche ora di distrazione, né il lettore snob da accontentare nelle sue piccole voglie da gravidanza isterica. Non si scrive per sé, come ti dice l’esordiente quando ti porge il manoscritto, né si scrive per gli altri, come dicono gli apologeti della letteratura commerciale o i missionari della letteratura sociale. Si scrive per quel sé che coincide idealmente con gli altri.
(Pontiggia)
L’intero decalogo di Pontiggia è qui.
Poi, cose di vita quotidiana.
Nelle grandi città si disperdono, credo. Ma in quelle piccole no, restano nell’aria parole e silenzi quando qualcuno si toglie la vita.
Uno dice magari dipende da.
L’altro dice che non si fa, e che e che.
E ci si interroga sul fatto che erano mesi che non ce n’erano stati di suicidi e che poi, nell’arco di pochi giorni, ce ne sono stati due più un altro, tentato.
E tutto resta sospeso, come altre volte. Come sempre.
Chissà dove si posa il loro ultimo pensiero.